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EMERGENZA SBARCHI: FORTI (CARITAS), CENTRO DI MINEO NON È RISPOSTA ADEGUATA

Il trasferimento delle persone sbarcate a Lampedusa e dei richiedenti asilo nel centro di Mineo (Catania) “non è una risposta immediata” e adeguata all’emergenza, anche per “i costi elevati e i tempi”. E’ il parere di Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, a proposito dell’annunciata apertura, entro due giorni, del “Villaggio della solidarietà” destinato ad ospitare nell’ex “Residence degli aranci” di Mineo, in provincia di Catania, circa duemila persone trasferite da Lampedusa o ospitati attualmente nei Cara (Centri di accoglienza per i richiedenti asilo). In un articolo sul mensile “Italia Caritas” anticipato al SIR, Forti ricorda che “questi trasferimenti incrociati rischiano di compromettere il sistema di asilo nel nostro Paese, fondato proprio sui Cara, centri che, pur tra mille difficoltà, consentono di avviare percorsi di integrazione e inserimento socio-lavorativo legati al territorio. E ovviamente non riproducibili nel solo, circoscritto, contesto di Mineo. Senza considerare, peraltro, gli elevati costi di una tale operazione e i tempi, che non garantirebbero una risposta immediata all’emergenza”.In un mese – come ricordato oggi dal governo italiano – sono approdati a Lampedusa 8.000 persone in fuga dalla Tunisia e la crisi libica e l’instabilità politica in tutto il Nord Africa fanno presagire mesi di sbarchi di massa. Secondo Forti, di fronte a questo scenario “bisogna essere preparati con risposte pronte e sostenibili, badando a non ripetere errori come quello compiuto dall’Italia negli ultimi due anni”, ossia l’accordo con la Libia per i respingimenti, che Caritas italiana ”non ha mai condiviso”. “L’Europa non va invocata, come ha fatto il nostro governo, esclusivamente in situazioni di emergenza e per ottenere fondi – precisa Forti -. Essa va invece richiamata ad un forte senso di responsabilità, a un politica che guardi organicamente al Mediterraneo, fenomeno migratorio incluso”. In altre parole: “non basta dividere i pesi: un migrante in Francia, uno in Germania, uno in Spagna”. A suo parete “l’Europa deve maturare una politica complessiva sull’immigrazione, il cui cuore è proprio la gestione dei flussi che il futuro inevitabilmente ci riserva”.Sir