L’attenzione mediatica suscitata dagli sbarchi di questi giorni in Sicilia rischia di farci dimenticare la circostanza che un Paese di 60 milioni di persone non può entrare in crisi per l’arrivo di meno di 5 mila disperati in fuga dalla fame, dalla guerra, dalle ingiustizie. Lo scrive la Commissione regionale Migrantes della Sicilia in una nota diffusa questa mattina, nella quale si dice preoccupata che i recenti sbarchi possano alimentare posizioni di intolleranza. Per la Migrantes siciliana le dichiarazioni di tanti uomini politici non devono trarre in inganno: non è possibile, con la logica dell’emergenza, governare un fenomeno complesso come quello dell’emigrazione dal Sud del mondo, scrive il direttore regionale Santino Tornesi: il momento di profonda incertezza vissuto dai Paesi della costa meridionale del Mediterraneo, rende inevitabile un ripensamento della politica italiana in materia di immigrazione e di protezione internazionale. Paradossalmente prosegue la nota – questa crisi è un’occasione che può rilanciare, anche nel nostro Paese, un confronto su un fenomeno epocale che richiede politiche improntate all’accoglienza e all’integrazione piuttosto che al rifiuto. La Commissione per le Migrazioni della Sicilia sottolinea che le Chiese di Sicilia in questo momento si sentono particolarmente interpellate e l’Ufficio Migrantes regionale e quelli diocesani invitano la comunità cristiana dell’isola ad un supplemento di ospitalità, promuovendo e sostenendo atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza che sappiano aiutare a non rispondere con la chiusura a chi arriva tra di noi per chiedere giustizia, pace e protezione. La nota chiede poi ai mezzi di comunicazione una maggiore attenzione nei confronti dei migranti, richiamandoli al rispetto della “Carta di Roma”, documento sottoscritto dall’Ordine dei Giornalisti e redatto nel tentativo di evitare la diffusione di informazioni imprecise o sommarie riguardo a richiedenti asilo, rifugiati o vittime della tratta.Sir