La Prima Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha considerato solo un inesistente diritto degli adulti ad avere figli, ma non i diritti del figlio alla propria identità, ad avere un padre e una madre riconoscibili e certi sotto ogni aspetto: genetico, sociale, degli affetti: con questa motivazione 27 deputati al Parlamento europeo, tra cui i presidenti delle commissioni giuridica (Klaus-Heiner Lehne) e affari costituzionali (Carlo Casini), hanno presentato una memoria alla Corte di Strasburgo per sostenere l’Austria nella causa che sarà dibattuta il 23 febbraio prossimo. L’Austria spiegano gli europarlamentari – proibisce la procreazione artificiale eterologa e alcuni suoi cittadini ne hanno già ottenuto in primo grado la condanna. L’appello, che sarà discusso appunto mercoledì 23, vedrà schierati, accanto all’Austria, Germania, Italia e alcune organizzazioni pro-life internazionali cattoliche ed evangeliche. Nella memoria redatta dal presidente della commissione affari costituzionali del Parlamento Ue Casini, si invita la Corte a rispettare la convenzione sui diritti del fanciullo, che obbliga gli Stati a dare al bambino il meglio di se stessi’ e perciò, nel confronto tra gli interessi degli adulti e dei diritti dei minori, a dare preferenza a questi ultimi. L’eurodeputato Carlo Casini spiega che i parlamentari contestano la giustificazione della procreazione medicalmente assistita (fecondazione) eterologa proposta dalla Prima Camera, che ha ritenuto di applicare i principi dell’adozione. Ma l’adozione non intende primariamente dare un figlio a chi non lo ha; al contrario, intende dare dei genitori a un figlio che ne è privo. Il presupposto dell’adozione è l’abbandono dei figli, considerato un male di cui l’adozione è il rimedio. Nella eterologa, invece, si vuole che una o due persone generino un figlio per abbandonarlo. Il Parlamento europeo nel 1989 e nel 1996 aveva già espresso conclude Casini – il suo parere negativo sulla fecondazione eterologa.Sir