Un male sottile sta affliggendo l’Europa, provocando una lenta, sotterranea emarginazione del cristianesimo, con discriminazioni talora evidenti ma anche con un soffocamento silente di libertà fondamentali. Nella prolusione (testo integrale) di oggi al Consiglio permanente della Cei, il card. Bagnasco ha chiesto un esame di coscienza sulla questione della libertà religiosa, definendo la cristianofobia la versione più corrente dell’intolleranza religiosa, che arriva anche a forme di pulizia etnica o religiosa come in Medio Oriente o nella strage di Alessandria d’Egitto e denunciando le subdole minacce ad un’effettiva libertà religiosa nei paesi di tradizione democratica, a partire da quelli europei. L’esempio citato è la vicenda del Crocifisso esposto nelle scuole o in ambio pubblico, sintomo di un’aggressività laicista che parte da un argomentare infastidito e capzioso sulla neutralità dello Stato. Senza contare, poi, le forme di obiezione di coscienza sui temi di alta rilevanza etica che, in più nazioni, si tenta ormai di ridimensionare. Imparare a vivere con la diversità prossima a noi stessi: questo l’invito della Cei per essere ambasciatori informali di libertà religiosa e modellare positivamente le relazioni tra gruppi etnici, senza tuttavia perdere la nostra identità cristiana, che è un modo eccellente per rendere migliore il mondo.Sir