Italia

CRISI: ISTAT, PIÙ FAMIGLIE INDEBITATE. AL SUD DISAGIO PER UNA SU 4

(ASCA) – Aumenta il numero delle famiglie indebitate e quelle che non potrebbero fronteggiare spese impreviste per 750 euro. Una famiglia su sei presenta sintomi di disagio economico ma al Mezzogiorno è una su 4. è la fotografia scattata dall’Istat sulle condizioni di vita degli italiani nel 2009. Dalla ricerca dell’Istat emerge un quadro sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Il disagio si conferma molto più elevato tra le famiglie con cinque componenti o più (25,8 per cento), residenti nel Mezzogiorno (25,1 per cento) e tra le famiglie con tre o più minori (27,1 per cento). Rispetto al 2008, il quadro si presenta dunque sostanzialmente immutato, sebbene guardando al complesso degli indicatori si evidenzino alcuni miglioramenti imputabili alla favorevole dinamica delle retribuzioni e dei prezzi. In particolare, si riduce la percentuale di famiglie che riferiscono di arrivare a fine mese con grande difficoltà (dal 17,3 al 15,3 per cento) e quelle in arretrato con il pagamento delle bollette (dal 12,0 al 9,2 per cento). Diminuiscono le famiglie che sono state in ritardo con il pagamento delle rate dell’affitto o del mutuo (dal 11,3 al 10,1 per cento sul totale delle famiglie che vivono in affitto o hanno un mutuo). Anche le famiglie che ritengono le spese per la casa un carico pesante registrano una flessione (dal 52,2 al 48,2 per cento), così come quelle che hanno avuto difficoltà ad acquistare gli abiti necessari (da 18,5 a 16,9 per cento). Infine, si riduce la quota di famiglie che non hanno potuto fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni (da 7,7 per cento a 6,6 per cento) e, nel Sud e nelle Isole, quelle che hanno avuto problemi ad acquistare cibo (dall’8,3 al 6,4 per cento). Tra il 2008 e il 2009 crescono, invece, le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro (dal 32,0 al 33,3 per cento in media), quelle che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo (dal 10,5 al 14,0 per cento di quelle che hanno debiti) e quelle che si sono indebitate (dal 14,8 al 16,5 per cento). L’incremento delle famiglie che hanno debiti diversi dal mutuo si osserva, in particolare, tra quelle del Centro e del Nord che passano, rispettivamente, dal 16,2 al 19,0 per cento e dal 15,0 al 17,9 per cento. Inoltre, nel Centro, aumentano le famiglie che dichiarano di non potersi permettere una settimana di vacanza (da 36,7 al 39,2 per cento) e, nel Nord, quelle che, almeno una volta nel corso dell’anno, non hanno avuto soldi per acquistare cibo (dal 4,4 al 5,3 per cento). Resta sostanzialmente stabile la quota di famiglie che non può permettersi di riscaldare adeguatamente l’abitazione (10,6 per cento), benché, nel corso del 2009, i prezzi al consumo del gas e dei combustibili liquidi siano diminuiti rispettivamente dell’1,5 e del 20 per cento. Infine, non si registrano variazioni nella percentuale di famiglie che hanno avuto difficoltà a pagare le spese mediche (11,1 per cento) e quelle per i trasporti (8,7 per cento). D’altro canto, la perdita del lavoro, come pure l’entrata in periodi di cassa integrazione, che hanno pesantemente caratterizzato il 2009, hanno colpito soprattutto le famiglie che si trovavano in condizioni di deprivazione materiale già nel 2008 (60 per cento delle famiglie). In molti casi, la presenza di altri percettori di reddito ha, invece, tamponato la situazione garantendo la permanenza nello stato di non deprivazione. La caduta dell’occupazione (360 mila occupati in meno nel 2009) ha riguardato, infatti, soprattutto i figli, celibi e nubili, che vivono nella famiglia di origine (tra i 15 e i 34 anni, -332 mila unità), mentre i genitori (-98 mila unità) hanno potuto contare su un ricorso massiccio alla cassa integrazione. Inoltre, la perdita di occupazione dei figli è stata più frequente nelle famiglie con almeno due percettori di reddito, evitando che l’impatto della crisi sulla situazione economica delle famiglie fosse ancora più dirompente e determinasse un aumento dell’indicatore di deprivazione. La maggiore frequenza di situazioni di difficoltà economica nelle regioni insulari e meridionali si rileva per i residenti in Sicilia, Campania e, Calabria. Tra le regioni del Centro-Nord, sono il Piemonte e il Lazio a mostrare i maggiori segni di disagio.