“La nazione italiana è rimasta solida grazie alle sue fondamenta cristiane. L’identità italiana non può essere depurata dalla sua identità cristiana”. Lo ha detto Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione dei giuristi cattolici italiani, coordinando il gruppo “I cattolici, la politica e le istituzioni” nell’ambito della seconda giornata dei lavori del X Forum del Progetto culturale della Cei sui 150 anni dell’unità d’Italia. “Una rivendicazione identitaria di verità – ha spiegato al SIR – che non vuole essere confessionale né tantomeno ideologica. L’identità cristiana non è da pensarsi come un progetto ma come una realtà obiettivamente consolidata. La rivendicazione identitaria è prendere atto delle nostre radici che ovviamente possono essere misconosciute ma non di meno restano radici cristiane. Secondo D’Agostino l’importante è capire che l’identità cristiana del popolo italiano non si traduce meccanicamente in un progetto statualistico, politico e amministrativo. Il grande dramma del Risorgimento è stato quello di confondere sistematicamente unità politica e nazionale. Quest’ultima già esisteva e si trattava di riconfermarla, quella politica non c’era ed è stata il prodotto del Risorgimento. Se si continua a confondere identità politica statuale ed identità nazionale cadiamo inevitabilmente nella logica del nazionalismo con tutte le deformazioni e paradossi. Oggi, ha rimarcato il giurista, in un’epoca di globalizzazione e di grandi migrazioni il nazionalismo è pericoloso perché può portare ad una negazione aprioristica ed ottusa del rispetto verso i lavoratori extracomunitari che trovano accoglienza in Italia e che devono essere rispettati nelle loro identità nazionali. Quando il nazionalismo si impadronisce delle coscienze porta conflitti e guerre. In questo quadro, il progetto che spetta ai cattolici è riconducibile alla consapevolezza, che va riconfermata, dell’identità cristiana dell’Italia, identità che essendo cattolica non è nemica di nessun’altra. Come ricordava, tempo fa, il card. Bagnasco, il Cristianesimo non è nemico di nessuno. La sua capacità di accoglienza delle altre culture è assoluta anche perché non si è mai identificato con uno Stato, ma ha sempre accettato di riconoscere le chiese nazionali a condizione che non si confondessero con chiese di Stato. Oggi che il problema demografico si sta imponendo come problema epocale, e di cui i politici sono riluttanti ad prendere coscienza ha concluso D’Agostino – sono i cattolici ad essere i più indicati a farsene carico ed elaborarlo in chiave progettuale.Sir