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Francia, sì alle unioni omosessuali
Il Senato francese approva il progetto di legge Toubira che apre alle nozze e all'adozione da parte di coppie gay. Il testo sarà di nuovo all'esame dell'Assemblea nazionale per una seconda lettura mercoledì 17 aprile. Per le associazioni familiari, si allarga la distanza ''tra ciò che sembra una priorità per il governo e le preoccupazioni reali dei francesi''
Il Senato francese dice sì al progetto di legge Toubira che apre alle nozze e all’adozione da parte di coppie gay. Si tratta dell’ultima tappa verso l’adozione definitiva: il testo infatti sarà di nuovo all’esame dell’Assemblea nazionale per una seconda lettura mercoledì 17 aprile, sebbene il processo sia ormai arrivato in porto visto le pochissime modifiche alla legge apportate dal Senato. L’articolo 1 per esempio – il più importante del progetto di legge in quanto è quello che apre il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali – è stato definitivamente adottato perché votato senza modifica dai senatori. La Francia diventa così il 12° Paese che “legalizza” i matrimoni fra persone dello stesso sesso; tra gli altri ci sono Belgio, Portogallo, Olanda, Spagna, Svezia, Norvegia, Islanda, Argentina, Uruguay (ultimo in ordine di tempo) e Sud Africa. In Messico sono possibili solo nella capitale, mentre negli Stati Uniti solo in 9 Stati e a Washington Dc.
55% dei francesi non favorevoli. La decisione presa in Francia è stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di François Hollande. Su di essa però il Paese si è spaccato. Sono state organizzate manifestazioni contro il disegno di legge che hanno visto sfilare per le strade della capitale parigina milioni di manifestanti, prima in gennaio e poi a marzo. A promuoverle un gruppo di 34 associazioni riunite sotto il cartello “La Manif pour tous”: ad aderire alla protesta, associazioni di categorie molto diverse tra loro, dai giuristi ai pediatri. In campo sono scesi anche alcuni rappresentanti di associazioni gay. Schierati contro il progetto di legge la Chiesa cattolica, i musulmani, ebrei, evangelici e ortodossi. Secondo un’indagine della Bva pubblicata sul quotidiano “Le Parisien” il 55% dei francesi non è favorevole all’instaurazione per diritto del matrimonio gay e la conseguente apertura dell’adozione alle coppie omosessuali. Nei giorni scorsi poi 170 avvocati, studiosi di diritto pubblico e privato, docenti universitari avevano inviato una lettera aperta al Senato, sottolineando ai senatori i rischi a cui andavano incontro se il disegno di legge fosse adottato. Suscita particolare preoccupazione la possibilità – consentita ora dalla legge sull’adozione – per le coppie omosessuali di accedere alla procreazione medicalmente assistita e alla gestazione per altri. Anche più di 20mila sindaci avevano protestato contro il progetto.
Distanza tra governo e popolo. I portavoce de “La Manif pour tous” hanno così dato appuntamento ai loro militanti alle ore 18,30 per marciare davanti al Senato, in segno di protesta contro il voto. Sull’orlo delle lacrime, Frigide Barjot, una delle porta-parola della Manif pour tous, ha detto: “È una vergogna. I francesi non vogliono questo progetto di legge e che fanno i senatori? Accelerano il processo legislativo. Siamo arrabbiati perché sentiamo di vivere come in una dittatura”. Raggiunte telefonicamente da Sir Europa, anche le Associazioni familiari cattoliche di Francia esprimono il loro disaccordo. “Questo voto – spiegano – segna una nuova tappa del processo legislativo sebbene l’opposizione al progetto continua ad aumentare nel Paese come attesta il sondaggio realizzato da Bva per ‘Le Parisien’”. Il voto della legge da parte del Senato ottenuto con uno scarto di soli 6 voti dimostra l’entità di questa opposizione. Si allarga la distanza – sottolineano le associazioni familiari – tra “ciò che sembra una priorità per il governo e le preoccupazioni reali dei francesi”. Il governo ha annunciato che il progetto di legge sarà discusso la prossima settimana in Assemblea nazionale. Per le associazioni familiari, “se questa decisione dovesse essere confermata, essa si metterebbe in contraddizione con quanto auspicato dal presidente, realizzare il suo programma di governo in una Francia pacificata e darebbe il segnale di un irrigidimento sorprendente in un momento in cui i francesi stanno perdendo fiducia nei loro leader”.