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ULTRAS SERBI: UNGARO (VOCE ISONTINA), «CERCANO D’IMPEDIRE IL CAMMINO VERSO L’UE»

“Le violenze di ieri sera a Genova non sono una novità: l’obiettivo è tenere la Serbia chiusa in se stessa, impedendole di procedere nel proprio cammino verso l’Unione europea”. Così Mauro Ungaro, direttore del settimanale della diocesi di Gorizia (Voce Isontina) ed esperto in politica balcanica, commenta gli scontri provocati ieri sera dagli ultras serbi allo stadio Marassi di Genova, dove si sarebbe dovuta giocare la partita di calcio Italia-Serbia valida per gli Europei 2012. La partita, prima rinviata di oltre 40 minuti, è stata poi sospesa dopo appena sei minuti dall’arbitro, a causa delle intemperanze dei tifosi ospiti. Gli scontri, preceduti dalle devastazioni prepartita nel centro di Genova, sono proseguiti all’uscita dello stadio, quando tutto il pubblico era tornato a casa e anche le nazionali italiana e serba erano rientrate nei rispettivi alberghi. La guerriglia è durata fin oltre le due di notte. Il bilancio della Questura di Genova parla di 17 arresti e 16 feriti, di cui 2 carabinieri e gli altri tutti serbi. Sono 35 gli hooligans denunciati, 138 quelli identificati. “Dopo quanto accaduto ieri sera – dice Ungaro – l’errore che l’Uefa ora non deve fare è estromettere la Serbia dalle competizioni sportive internazionali”. “All’organismo che governa il calcio europeo – afferma Ungaro – il trovare soluzioni alternative (partite a porte chiuse o in campo neutro…) per evitare una decisione che finirebbe per premiare gli estremisti (chiamarli ‘tifosi’ sarebbe un insulto a chi il calcio lo segue con vera passione) che anche in questo modo cercano di tenere il Paese balcanico chiuso in se stesso e ostaggio di un nazionalismo violento che si nutre dei miti e degli slogan di un passato che la maggioranza della popolazione certamente non condivide”. D’altra parte, prosegue l’esperto, “il Governo di Belgrado deve procedere senza esitazione nell’isolamento e nella repressione di queste organizzazioni le cui violenze non sono, purtroppo, certamente una novità: il 17 settembre di un anno fa un tifoso francese del Tolosa era stato pestato a morte nel pieno centro di Belgrado dagli hooligans del Partizan”. Per Ungaro, “queste frange del nazionalismo sono state protette da connivenze politiche che in esse trovano la propria base elettorale”. Perciò, conclude, “se la Serbia vuole veramente procedere nel proprio cammino verso l’Ue deve dimostrarlo anche in questo settore. E senza ulteriori esitazioni”.