(ASCA) – Fa discutere e suscita polemiche il drappellone del Palio di Siena del 2 luglio, che sarà consegnato domani alla contrada vincente, e oggi interviene l’Arcidiocesi sottolineando come nell’opera ci sia un profondo afflato religioso. Il ‘cencio’ è stato dipinto dal pittore di fede musulmana Alì Hassoun. Il drappo di seta ricorda, come scrisse Dante nel X canto del’Inferno, Lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso, portando Siena a vincere contro la guelfa Firenze. Sulla seta primeggia S. Giorgio, dentro un’armatura che riflette la luce irradiata dal volto della Madonna, dipinta in alto. In basso un drago dalle sembianze diaboliche e trafitto da due frecce. Al posto dell’elmo, il santo, nato presumibilmente in Cappadocia, l’odierna Turchia, e morto in Palestina nel IV secolo, porta una kefiah, leggermente rivisitata, che richiama, in maniera esplicita, lo stemma della città di Siena. La corona sul capo della Vergine porta tre simboli: la mezzaluna araba, la croce cristiana e la stella di David. Tre segni monoteistici. Contro l’opera si era espresso nei giorni scorsi, tra gli altri, il quotidiano La Padania. Sulla questione prende posizione anche la curia tramite in una nota in cui si precisa che l’arcivescovo Antonio Buoncristiani interverrà ufficialmente sull’argomento soltanto al termine della festa. Lo stesso Arcivescovo, si legge nel comunitato, ha sempre ricordato che ciò che è essenziale nella realizzazione del ‘Paliò è che sia rispettata l’iconografia tradizionale e per questo sarebbe opportuno che l’Arcidiocesi fosse resa partecipe del confronto con l’artista cui è affidata la realizzazione del ‘Drappellone’. Secondo la curia, l’opera di Hassoun, ad un rapido sguardo, richiama con immediatezza l’effigie della Madonna di Provenzano e il guerriero sottostante può essere facilmente identificato in San Giorgio che uccide il drago-Satana mentre piu’ problematico è l’inserimento sulla corona della Vergine della Mezzaluna, Simbolo dell’Islam, e della Stella di Davide, effigie dell’Ebraismo. Anche l’inserimento di una citazione del Corano si presta a discussione, in quanto per i musulmani Maria è semplicemente madre di un profeta, e non Madre di Dio. Notando che l’opera di Hassoun è permeata da un profondo afflato religioso, che si richiama a diverse tradizioni mentre in passate occasioni, ci si è trovati di fronte a ‘palii’ nei quali il senso religioso era pressoché assente, l’Arcidiocesi auspica che la discussione suscitata da questo ‘Drappellone’ origini un ripensamento sulle origini, sulla natura e sui valori della Festa del Palio, permettendo di ritornare all’autentica tradizione religiosa cattolica in cui la Festa è nata e si è sviluppata.