È necessario che le politiche in materia di pianificazione familiare siano orientate, più che al controllo demografico, a vere politiche familiari, sociali e culturali che portino realmente ad un’educazione della sessualità, ad una procreazione responsabile e al reale sviluppo socioeconomico delle popolazioni più povere. Lucio Romano, copresidente di Scienza e vita, commenta al SIR la risoluzione approvata ieri dall’Europarlamento in vista del Consiglio dei capi di Stato e di governo che domani dovrà definire la posizione comune dei 27 al summit Onu di settembre sugli Obiettivi di sviluppo del millennio. Il testo afferma, tra l’altro, l’importanza che gli Stati Ue e la Commissione sostengano la contraccezione e l’aborto nell’ambito delle politiche di pianificazione familiare. Con questa risoluzione, afferma Romano, si perpetua il vecchio errore politico di ritenere che attraverso il controllo demografico e il ricorso all’aborto si possano risolvere problemi la cui origine e natura sono invece ascrivibili ad altri ambiti.Ciò che serve sottolinea il copresidente di Scienza e vita – sono piuttosto interventi di ordine sociale ed economico attenti e mirati nei confronti delle popolazioni più bisognose, gli unici che possono consentire un reale progresso dei Pvs nel pieno rispetto non solo della loro cultura e dei loro valori, ma anche del principio dell’assoluta dignità della persona e della vita umana. Valore universale, quest’ultimo, da difendere contro provvedimenti che portano inevitabilmente a quell’inverno demografico che oggi caratterizza l’Occidente, del quale si intravedono i potenziali pericoli e al quale si avverte la necessità di porre rimedio. Secondo Romano vogliamo ancora una volta esportare una cultura occidentale’ in realtà del pianeta molto diverse, con la pretesa di interpretare’, in altri termini prevaricare, la cultura e i bisogni sociali locali secondo i nostri parametri di benessere e salute.Sir