Un appello agli Stati Uniti perché abbiano la volontà politica di affrontare umanamente l’immigrazione irregolare, anche attraverso una riforma della legge sull’immigrazione. Lo chiede l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, anticipando oggi i contenuti di un intervento che terrà il 2 giugno a Washington D.C. alla Consultazione regionale delle Conferenze episcopali delle Americhe sulla migrazione (2-4 giugno). Negli Usa vivono 38 milioni di immigrati, ma non c’è stata una crescita nell’accettazione dell’altro e in una disponibilità a un reciproco cambiamento, osserva mons. Vegliò. Cita infatti alcuni studi che descrivono la società americana come un Paese di disuguaglianza e razzismo. L’integrazione constata l’arcivescovo è stata ostacolata dal crescente sentimento xenofobo, dalla politica repressiva dei migranti e dalla descrizione negativa dei latini come indesiderati e come una minaccia’. I migranti irregolari, in particolare, vengono deportati nei rispettivi Paesi se trovati privi di permesso di soggiorno. Quali saranno le conseguenze per i figli?, si chiede mons. Vegliò, ricordando che nel 2008 sono state deportate 350.000 persone ed uno dei risultati imprevisti in Centro America è stato l’incremento della violenza delle bande giovanili. L’arcivescovo loda gli sforzi della Chiesa statunitense per la regolarizzazione dei 12 milioni di immigrati irregolari. Ma questo si chiede non deve essere forse unito ad una riforma dell’immigrazione che tenga conto delle richieste del mercato del lavoro e specialmente il costante bisogno di lavoratori non specializzato? Riguardo all’accoglienza dei rifugiati negli Usa (60.107 nel 2008 e 74.602 nel 2009, anche se il tetto era di 80.000 persone) mons. Vegliò lancia un appello: Il sussidio è solo per otto mesi e non è davvero di grande utilità. E’ risaputo che non è efficace. I rifugiati sono privi del sostegno necessario e molti di loro, una volta pagato l’affitto, rimangono con pochi soldi; per questo cadono nella categoria dei poveri americani, condividendone la condizione. A proposito delle diverse forme di traffico di esseri umani (sfruttamento sessuale o lavorativo), il presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti ricorda che rappresentano violazioni dei diritti umani, che richiedono mezzi e misure specifiche per poter ridare dignità alle vittime. Mons. Vegliò conclude chiedendo agli Stati politiche coerenti, visto che le forme diverse di migrazione e i suoi aspetti pluridimensionali sono strettamente collegati e influenzati da altre politiche, come gli scambi in borsa e la finanza, la sicurezza, gli affari esteri e l’agricoltura.Sir