Nel 2009, l’anno nero delle famiglie italiane, solo il 2,2% ritiene di aver migliorato la propria condizione economica. Ma la situazione non sembra migliorare: nel mese di febbraio 2010 una famiglia su 3 (32,1%) ha addirittura risparmiato sull’acquisto di pane, pasta e carne, soprattutto tra quelle che devono pagare un affitto o mutuo. Mentre nell’arco di un anno sono aumentate del 10% quelle che hanno risparmiato sulla cura della persona e dell’11,5% su acqua, luce e gas. E’ quanto emerge, in sintesi, dalla ricerca promossa dalle Acli e dalla Caritas italiana, presentata oggi nell’ambito del 34° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso a San Benedetto del Tronto dal 26 al 29 aprile. L’agenda delle famiglie italiane nell’anno della crisi è un’indagine periodica realizzata dall’Iref, l’istituto di ricerca delle Acli, in tre rilevazioni nei mesi di maggio 2009, settembre 2009 e febbraio 2010, per un totale di 4500 interviste telefoniche. Al convegno Caritas si fa riferimento soprattutto al tema della crisi e dell’impoverimento, con i dati raccolti a febbraio 2010. Secondo la ricerca la crisi economica ha fortemente condizionato i consumi delle famiglie: tra settembre 2009 e febbraio 2010, rileva l’indagine, rimane elevata ma stabile la quota di famiglie che nei quattro mesi precedenti all’intervista hanno acquistato prodotti a basso costo (rispettivamente 67,8% e 66,1%). Sale invece di oltre dieci punti la percentuale di intervistati che afferma di aver risparmiato sulla cura della propria persona (dal 33% del settembre 2009, al 44,5% rilevato a febbraio 2010); allo stesso modo si nota un incremento della percentuale di famiglie che hanno risparmiato su acqua, luce e gas (32,1% nel 2010): 11,5% rispetto al periodo precedente. Sempre a febbraio 2010, più di una famiglia su tre (34,8%) ha risparmiato sull’acquisto di generi alimentari di base (pane, pasta e carne). Tra le famiglie economicamente solide, quelle che hanno un alloggio di proprietà e dei risparmi accantonati, la percentuale di nuclei che hanno ridimensionato la spesa sui generi di prima necessità è appena del 19,8%; in assenza di una casa di proprietà e di risparmi, la percentuale di famiglie fragili che risparmiano sul mangiare sale al 68,4%. Secondo la ricerca Caritas-Acli la crisi non è ancora finita: Sebbene alcuni proclamino il contrario, le famiglie sanno bene che manca ancora molta strada da fare per rivedere la luce; anche perché il 2010 è l’anno nel quale la diminuzione del reddito familiare è un rischio che si corre tutti quanti. Ad alimentare il sentimento d’incertezza che serpeggia tra le famiglie italiane è il rischio di perdere il posto di lavoro: il 67,8% degli intervistati ha dichiarato di essere molto o abbastanza preoccupato dall’idea che nel corso del 2010 un proprio familiare possa perdere il lavoro. Riguardo all’informazione su misure governative come la carta acquisti, il bonus famiglie, il bonus elettrico e l’assegno per il terzo figlio, c’è un gap di 27 punti percentuali tra le famiglie giovani che conoscono queste forme di sostegno e le anziane, che non se sanno nulla. In questo periodo di crisi la Caritas rappresenta ancora di più un punto di riferimento per le famiglie in difficoltà: il 65,4% delle famiglie intervistate ritiene che le strutture territoriali della Caritas debbano continuare a concentrarsi sul dispensare cibo e vestiti alle famiglie bisognose, il 37,4% chiede alla Caritas un’azione di sostegno psicologico e il 33,6% di sostegno socio-assistenziale. Il 2009 è stato un anno difficile e pieno di sacrifici osserva il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero -. Il 2010 ha sinora dato segnali contrastanti. La crisi non terminerà certo domani. La preoccupazione più pressante, sottolinea Olivero, è che la crisi economica non può e non deve trasformarsi in crisi culturale, in un prosciugamento definitivo delle capacità progettuali delle famiglie italiane.Sir