Nonostante la flessione del numero delle domande d’asilo presentate in Italia lo scorso anno i migranti che si sono rivolti al Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati con sede a Roma, continuano ad aumentare. Sono state, infatti, oltre 16 mila le persone che hanno frequentato la mensa e il numero delle richieste di assistenza nella ricerca del lavoro e dell’alloggio sono cresciute del 60% rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dati presenti nel Rapporto annuale del Centro Astalli presentato questa mattina a Roma -, una fotografia delle condizioni dei richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2009 si sono rivolti al centro e hanno usufruito dei servizi di primi e seconda accoglienza gestiti dall’Associazione. Secondo il Rapporto sono numerose le vittime di tortura: ne sono state individuate e assistite 366. La flessione delle domande d’asilo si è avvertita al Centro Astalli spiega il Rapporto – già a partire dal mese di giugno: se tra gennaio e maggio 2009 le richieste di indirizzo per presentare la domanda d’asilo erano state 517, abbastanza in linea con l’anno precedente, nel resto dell’anno sono state 467, senza nessun picco legato al periodo estivo, che tradizionalmente coincideva con un aumento degli sbarchi. Secondo il Rapporto è mediamente più lungo che in passato il periodo di permanenza nei centri di accoglienza. Molti fattori ostacolano, in particolare per le donne, il percorso di integrazione: problemi di salute, fragilità psicologiche, figli piccoli da accudire, difficoltà a trovare un lavoro. Nel 2009 la ricerca di un alloggio ha presentato nuove difficoltà: il clima di razzismo e xenofobia che negli ultimi mesi ha colpito l’Italia ha fatto sì che i proprietari di appartamenti divenissero più diffidenti e restii a stipulare contratti di locazione a persone straniere. Il 2009 è stato un anno molto impegnativo, spiegano al Centro Astalli, anche dal punto di vista della sensibilizzazione dell’opinione pubblica: in un clima culturale che registra la crescita di xenofobia e pregiudizi, si cerca di andare oltre la superficialità dello scoop e affrontare la complessità delle tematiche legate all’immigrazione e all’asilo. Tra le varie iniziative, è stato organizzato l’annuale corso di formazione per i volontari, intitolato Non sono razzista ma , e l’adesione alla campagna nazionale contro il razzismo Non aver paura, apriti agli altri apri ai diritti.I respingimenti in Libia, il primo dei quali è stato effettuato nel maggio dello scorso anno non fanno più notizia: sono una prassi abituale, una procedura come un’altra, che ormai viene peraltro espletata a buona distanza dalle nostra acque territoriali. Ma il silenzio che è sceso su questo argomento non rende la questione meno grave. E’ quanto scrive p. Giovanni La Manna, Presidente del Centro Astalli, nella presentazione del Rapporto 2010 presentato questa mattina a Roma. L’impegno del Centro Astalli spiega è quello di continuare a chiedere che venga garantita nuovamente la possibilità di chiedere protezione in Italia per chi arriva via mare, in accordo con quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra e della nostra Costituzione. Per il religioso la situazione italiana ma ancor più quella della Grecia recentemente descritta da un rapporto dell’Unhcr, suscitano forti perplessità in merito all’efficacia del sistema comune di asilo che l’Europa da anni tenta di costruire. Le diversità tra i sistemi di asilo sono troppo numerose e sostanziali: alcune situazioni non garantiscono affatto l’accesso alla protezione, né la dignità e la sicurezza che i rifugiati legittimamente cercano nel nostro continente. Forse aggiunge p. La Manna è arrivato il momento di ammettere che il processo di armonizzazione, lungi dall’essere ultimato, va rivisto radicalmente. Le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare hanno finito con il prevalere sulla tutela dei più deboli. Il calo degli arrivi in Italia spiega ancora p. La Manna non si è purtroppo accompagnato ad un miglioramento del sistema di accoglienza. I posti a disposizione continuano ad essere largamente insufficienti e le liste di attesa eccessivamente lunghe, specialmente nelle grandi città. Per il presidente del Centro Astalli continua a non essere garantito un diritto soggettivo all’accoglienza per chi arriva in cerca di protezione, dopo aver subito violenze e viaggi estenuanti. Sul tema integrazione p. La Manna sottolinea che solitamente si mette l’accento solo sul dovere dello straniero di integrarsi fino a trasformare in un requisito richiesto per legge quello che, soprattutto per un migrante forzato, è anche una legittima aspettativa e un diritto. L’integrazione conclude – non è un processo a senso unico.Sir