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TERREMOTO IN ABRUZZO: UN ANNO DOPO, LE FIACCOLE ILLUMINANO IL BUIO

(dall’inviato Sir a L’Aquila) – Una lunga fila di fiaccole ha attraversato le vie del centro storico di L’Aquila, a un anno esatto dal terremoto che l’ha devastato. Quattro luci provenienti dai quattro angoli della periferia (Pettino, Roio, Torrione, S.Elia) si sono ritrovate in una delle porte di accesso al centro storico, la “zona rossa”, ancora chiusa. Quattro gruppi che sono confluiti in un unico grande corteo formato da diverse migliaia di cittadini. Tra loro anche mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare di L’Aquila. Dopo un breve momento di pausa, a mezzanotte il corteo è ripartito per le vie del centro verso piazza Duomo dove alle 3.32 c’è stata la commemorazione delle 308 vittime del sisma con la lettura dei nomi e a seguire è stata celebrata una messa solenne nella basilica di Collemaggio. Le manifestazioni per il primo anniversario del terremoto erano iniziate nel pomeriggio con alcuni concerti mentre alle 22, nel tendone allestito in piazza Duomo si è tenuto un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza. In apertura della seduta sono stati letti i messaggi inviati al Comune aquilano dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dai presidenti del Senato, Renato Schifani, e del Consiglio, Silvio Berlusconi.Un anno fa la tragedia del terremoto “ha sconvolto L’Aquila portando lutti e sofferenze”, ha scritto nel suo messaggio il presidente Napolitano, che ha anche ricordato come, “di fronte a questi eventi, istituzioni e volontariato abbiano saputo unirsi con slancio di solidarietà, lavorando in sinergia a tutti i livelli”. Ai tanti volontari, agli operatori della Protezione Civile e ai soccorritori, ha concluso il presidente della Repubblica, “va la gratitudine di tutto il Paese e di quanti hanno potuto sperimentare la loro solidarietà e il calore umano”. Durante la breve seduta non sono mancati momenti di tensione e contestazione da parte di alcuni cittadini. A loro il sindaco Massimo Cialente ha chiesto di “essere equilibrati” e “di ricordare il motivo per cui ci siamo ritrovati, ovvero, ricordare le vittime di questa tragedia”. Dopo essersi associato ai ringraziamenti nei confronti di soccorritori, forze dell’ordine e volontari, il sindaco Cialente ha invitato a “non dimenticare quanto fatto in questi mesi per far fronte all’emergenza e per creare le condizioni perché tutti potessero rimanere a L’Aquila”. “Per una vera ricostruzione – ha spiegato Cialente – è, però, necessario ricostruire non solo le mura per cui è necessario un piano strategico, ma anche il tessuto economico della città. Una sfida che non deve essere solo di noi aquilani ma dell’Italia intera”.308 rintocchi di campana hanno rotto il silenzio di piazza Duomo, a L’Aquila, alle 3.32. Un rintocco per ognuna delle vittime del sisma. Si è conclusa così la marcia per le vie della città a cui hanno partecipato, portando fiaccole e candele, diverse migliaia di cittadini e numerosi volontari. Un cammino silenzioso senza slogan e simboli, segnato solo da alcuni cartelli in cui si chiedeva “giustizia” e dalle foto delle vittime portate da amici e familiari. Tra queste anche quelle degli otto giovani morti nel crollo Casa dello studente. È lì che si è diretto un piccolo gruppo di persone, fuoriuscito dal corteo principale, prima dell’arrivo in piazza Duomo per un momento di silenzio. Lo stesso è avvenuto anche per altri luoghi divenuti il simbolo della tragedia. Arrivati in piazza Duomo, illuminata per l’occasione come le altre vie del centro storico, sono stati letti i nomi dei morti nei crolli e, subito dopo, sono iniziati i rintocchi delle campane. Al termine della commemorazione, dopo alcuni attimi di silenzio, la folla si è sciolta in un applauso. Lasciata la piazza i cittadini si sono diretti verso la basilica di Collemaggio, dove l’arcivescovo di L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, ha presieduto la celebrazione di suffragio per tutte le vittime. Altre celebrazioni si sono tenute, nella notte, a Onna e nel quartiere di San Sisto. “In questa notte, che ricorda, dopo un anno, la più grande tragedia che ha colpito la nostra città negli ultimi tre secoli, anche noi siamo chiamati a convertirci”. Questo l’invito che l’arcivescovo di L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, ha rivolto ai fedeli aquilani riuniti nella basilica di Collemaggio per la messa di suffragio per le vittime del sisma del 6 aprile scorso. Insieme a lui il vescovo ausiliare, mons. Giovanni D’Ercole. “Perché non sperare – ha continuato mons. Molinari – che questa tragedia possa segnare una reale e quasi inevitabile divisione tra un mondo vecchio, deformato dall’egoismo, e un mondo nuovo trasfigurato dall’amore e dalla bellezza? Ce lo chiedono i nostri morti, ce lo chiedono i nostri ragazzi e i nostri giovani (che faranno L’Aquila del domani). Ce lo chiede la nostra coscienza. Ma, soprattutto, la nostra fede!”. “Anche dalla nostra immensa tragedia – ha proseguito l’arcivescovo – il Signore della vita, possa far nascere un popolo nuovo, uomini e donne capaci di riconoscere ciò che è vero, giusto e buono, il vero bene di tutti, e gioiosamente appassionati nel costruire una città nuova, L’Aquila del futuro, la città che sogniamo, desideriamo e che tutti vogliamo costruire con le nostre mani, il nostro cuore e la nostra mente. Ma soprattutto con la nostra fede e la nostra speranza”.“Anch’io ho negli occhi il terrore e la mostruosità della notte del 6 aprile di un anno fa – ha detto l’arcivescovo – ricordo i volti impauriti e imploranti di tanti fratelli e sorelle. Anch’io, in quel Venerdì Santo che ha commosso il mondo, ho contato, piangendo, le oltre trecento bare dei nostri fratelli e sorelle dilaniati dal sisma. Ma ora è il momento in cui, come duemila anni fa, siamo invitati ad accorgerci che il sepolcro è vuoto e Gesù è risorto”. “Cambiare la nostra vita, dopo la tragedia del terremoto – ha concluso – significa accorgersi che noi non siamo il centro del mondo e non siamo come Dio. Significa, perciò, diventare più umili di fronte al mistero della vita e della morte, della storia dell’universo e della nostra piccola storia personale”. Questo pomeriggio alle 17.30 mons. Giuseppe Molinari celebrerà un’altra messa di suffragio con i rappresentanti del Consiglio Regionale nella chiesa delle Anime Sante a L’Aquila. Altre celebrazioni si terranno nella giornata di oggi in diverse parrocchie dell’arcidiocesi.Sir