(Praia – Capo Verde) – Trenta milioni di migranti africani contribuiscono alle economie dei Paesi di origine con 40 miliardi di dollari di rimesse; un ammontare che, secondo la Banca mondiale, corrisponde ad un decimo del totale mondiale delle rimesse. Sono le cifre fornite oggi da Alberto Colaiacomo, dell’equipe del Dossier immigrazione durante il seminario di studio sulle migrazioni africane organizzato dal Dossier immigrazione Caritas/Migrantes, in corso a Praia, Capo Verde, fino al 26 febbraio, con una cinquantina di relatori. I flussi di rimesse degli immigrati africani, secondo le stime della Banca mondiale, ammontano al 3% del Pil africano, pari a quanto gli Stati ricevono sotto forma di aiuti allo sviluppo – ha precisato Colaiacomo -, superando gli investimenti esteri in forma diretta. Le rimesse sono particolarmente significative per il Lesotho (28% del Pil), il Senegal (11%), il Togo (10%) e Capo Verde (9%). A livello di distribuzione mondiale, due Stati africani figurano tra i primi 10 Paesi ricettori: la Nigeria (al sesto posto con 10 miliardi) e l’Egitto (ottavo posto con 8,5 miliardi). Nei due Paesi si dirige la metà delle rimesse del continente. Secondo l’Ifad un terzo delle rimesse che giungono in Africa va nelle zone rurali e depresse, con un aggravio economico per gli elevati costi di transazione – ha spiegato – causato dalla scarsa presenza di intermediari finanziari locali. Questo problema è stato inserito tra le priorità nell’agenda politica internazionale, nel G8 e nel G20. Nell’ultimo vertice a L’Aquila è stata lanciata la proposta del 5×5: la diminuzione del costo medio di invio delle rimesse di 5 punti percentuali in 5 anni. Secondo la Banca Mondiale – ha sottolineato Colaiacomo -, la diminuzione dei costi di transazione porterebbe ad un aumento di reddito dei Paesi riceventi pari a 13-15 miliardi di dollari. Tra le proposte per attuare il progetto vi è l’impegno dell’Unione europea a sostenere la realizzazione di una Banca Panafricana, con l’obiettivo di diffondere gli istituti di credito nelle aree rurali del continente, ed interventi per rendere più concorrenziale il mercato utilizzando i moderni strumenti di pagamento. Anche l’Italia è coinvolta con 927 milioni di dollari, il 4% delle rimesse che arrivano nel continente ed un sesto degli esiti che partono dall’Italia. Somme che tendono ad aumentare nel corso del tempo: nell’ultimo quinquennio questi flussi sono aumentati del 66% ed hanno avuto forti ripercussioni sulle economie locali. Tra i principali Paesi catalizzatori dei trasferimenti dall’Italia vi è il Marocco, che nel 2008 ha incamerato rimesse per 333 milioni di euro (5,2% del totale nazionale), seguito da Senegal (262 milioni), Tunisia (97 milioni) e Nigeria (60 milioni).Sir