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MIGRAZIONI, MONS. SCHETTINO (CEMI-MIGRANTES): IN ITALIA NON RAZZISMO, MA XENOFOBIA

“Per mia esperienza personale, non ho trovato razzismo, quanto piuttosto alcune forme di xenofobia”. Con queste parole mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua e presidente Cemi-Migrantes, ha risposto alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale delle Migrazioni. Interpellato circa la presa di posizione dell’Osservatore Romano, che ieri parlava dei fatti di Rosarno definendoli “episodi di razzismo”, mons. Schettino ha poi precisato che alcune forme di xenofobia “a volte sono momenti particolari di rivalsa sociale, forse determinati non tanto da opposizione nei confronti degli immigrati, quanto piuttosto dall’esplosione di tipici problemi sociali della nostra società”. Come a Rosarno, “certe forme anche di sofferenza personale e sociale emergono, e c’è un’opposizione contro il diverso, come se fosse lui la causa di questo contrasto”. “Dobbiamo tutti lavorare per una maggiore solidarietà nei rapporti”, l’invito di Schettino, secondo il quale “il problema non è tanto l’accoglienza, quanto l’integrazione, un processo culturale che ha i suoi tempi e che non avviene nella prima generazione, ma nelle successive”. L’auspicio è che “da questo travaglio nasca un positivo una maggiore e migliore accoglienza degli immigrati, fermo restando anche i problemi sociali all’interno della società, che vanno risolti nel modo migliore”. “La tendenza è accogliere anche lo ‘ius soli’, per una cittadinanza offerta con delle condizioni particolari”. Così mons. Bruno Schettino ha risposto alle domande dei giornalisti sul dibattito in coso sullo “ius sanguinis” (per nascita, riconoscimento o adozione, anche da un solo genitore cittadino italiano, ndr.), e lo “ius soli” (solo nati in Italia da genitori apolidi, ndr.), come requisiti per accedere alla cittadinanza italiana da parte degli immmigrati. Durante la conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale delle Migrazioni, svoltasi oggi a Roma presso la sede di Radio Vaticana, mons. Schettino ha precisato: “Non è competenza nostra entrare nei fatti tecnici di una legislazione civile, ma nutrire una profonda ‘humanitas’ significa arrivare alla formulazione di una legge sulla cittadinanza che sia favorevole agli immigrati, con alcune condizioni: la conoscenza della lingua e della Costituzione italiana, la presenza sul territorio nazionale, tutti quei motivi insomma per cui diventa più sicura e più certa la possibilità della cittadinanza”.Sir