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ABRUZZO: DIOCESI L’AQUILA, PIANO INTEGRATO DI RICOSTRUZIONE E RIQUALIFICAZIONE

(L’Aquila) – “Sappiamo che la ricostruzione di L’Aquila sarà un’opera lunga, difficile e complessa, ma soprattutto sappiamo che non potrà essere opera di una sola persona o di una sola istituzione. Sarà necessario il contributo da parte di tutti e così, come Chiesa, vogliamo, con umiltà e responsabilità, dare il nostro contributo per la rinascita della nostra città. Il progetto che presentiamo oggi è quindi un segno sincero di collaborazione nella ricostruzione”. È con queste parole che l’arcivescovo di L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, ha aperto questo pomeriggio il convegno “Recuperare e condividere”, durante il quale l’arcidiocesi presenta alla città e alle istituzioni un proprio piano integrato di ricostruzione e riqualificazione di una parte del centro storico. “La nostra città – ha detto mons. Molinari – non può diventare un museo di rovine, L’Aquila non può morire, deve rinascere”. La proposta formulata dal tavolo di esperti creato dalla curia si concentra sul quarto di San Marciano, comprendente diverse chiese, tra cui il duomo, e altri edifici di proprietà dell’arcidiocesi e di istituti religiosi. “Vogliamo che la ricostruzione – ha spiegato don Luigi Epicoco, vicario episcopale per i beni culturali – sia qualcosa di condiviso, un laboratorio che nasca dal basso. Per questo, come Chiesa, vogliamo stimolare questo dialogo sulla ricostruzione”.“Da un po’ di mesi – ha spiegato don Epicoco – l’arcidiocesi si sta interrogando su cosa può fare per la ricostruzione. Perché passati i giorni del dolore è arrivato il momento di decidere cosa vogliamo per L’Aquila. Il nostro piano non vuole essere semplicemente un insieme di proposte strutturali o urbanistiche ma abbiamo voluto mettere al servizio della città i nostri spazi, trasformandoli in punti d’incontro”. I tecnici coinvolti dalla diocesi hanno provato a ipotizzare la riqualificazione di 34 edifici, tra cui 14 chiese, prevedendo il cambiamento di destinazione d’uso puntando alla creazione di percorsi non solo di carattere religioso con la ricostruzione delle chiese e di centri pastorali, ma anche culturale con la realizzazione di musei, auditorium, biblioteche. Un’ipotesi di come la nuova città potrebbe essere. “La nostra proposta – continua don Epicoco – non vuole dare delle risposte ma innescare un dibattito. Vogliamo che le istituzioni si interroghino perché siamo convinti che anche nella tragedia si debbano cogliere delle opportunità. La possibilità di ripensare alla città ricostruendola migliore di prima”. “Sarà un percorso lungo – ha concluso don Epicoco – in cui si dovranno mescolare le parole con i cantieri” senza dimenticare, come ha ricordato mons. Molinari, che “non è il tempo di chiacchiere inutili e polemiche”.Sir