Strozzati dai mutui: un italiano su quattro tra quelli che acquisteranno una casa nel 2010 è a rischio povertà. E per gli affittuari che vorrebbero diventare proprietari la situazione è ancora peggiore: la soglia cresce fino al 37%, una famiglia su tre. A soffrirne maggiormente sono le categorie sociali più fragili, con bassi redditi ed elevati prezzi degli immobili. Sono i dati del primo monitoraggio sui mutui per la casa dell’Osservatorio regionale sul costo sul credito, promosso dalla Caritas italiana e dalla Fondazione culturale Responsabilità Etica, in collaborazione con il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari. La ricerca che riepiloga il primo anno di attività dell’Osservatorio – è stata presentata oggi a Roma nel corso del seminario Dare un futuro al credito. Secondo l’indagine condotta su un campione di 2500 famiglie che pagano la rata del mutuo e oltre 3100 ancora in affitto ma che vorrebbero acquistare casa nei prossimi 18 anni le persone spenderanno ogni mese il 30% del proprio reddito per pagare la rata del mutuo; si troveranno in difficoltà a sostenere le spese ordinarie (alimenti, bollette, istruzione per figli, etc.); per loro aumenterà la rischiosità in caso di eventi straordinari (la rottura di un elettrodomestico, la manutenzione dell’automobile ); dovendo rispettare le scadenze delle rate del mutuo, potranno cadere nella trappola dell’usura.Per gli affittuari che vorrebbero diventare proprietari la situazione è ancora peggiore – spiega Gianpietro Cavazza, presidente del Centro culturale Francesco Luigi Ferrari -: a questi il diritto all’accesso al credito per la casa è di fatto negato. Secondo la mappa del rischio, le famiglie più esposte sono quelle con un solo genitore con figli a carico, quelle in cui il capo famiglia ha un titolo di studio medio-basso (licenza media e licenza elementare) o fa parte del popolo delle partite iva a rischio precariato. La situazione è più grave nel nord Italia, soprattutto in Trentino e Liguria, dove è a rischio una famiglia su tre. La ricerca mette in evidenza la necessità di intervenire almeno su tre elementi: costo del denaro, costo della casa e livello dei redditi familiari. L’Osservatorio chiama in causa diverse responsabilità: le famiglie con i loro comportamenti di consumo e di risparmio verso nuovi stili di vita; le espressioni organizzate della società con azioni più incisive di cittadinanza attiva, di auto-mutuo-aiuto e di rete; gli istituti di credito perché riconoscano il credito come diritto di cittadinanza; gli enti locali perché attivino politiche del territorio improntate al bene comune; lo Stato perché metta in atto interventi più equi, di sostegno selettivo dei redditi a partire da quelli più bassi.Il nostro coinvolgimento nell’Osservatorio dice don Vittorio Nozza, direttore Caritas Italiana nasce dalle storie e dai volti di famiglie che quotidianamente incrociamo sul territorio e che palesano un impoverimento progressivo che non trova argini in misure e interventi di solidarietà o di politiche di sostegno al reddito. Il direttore generale di Banca Etica, Mario Crosta, ribadisce il diritto delle persone ad un’abitazione dignitosa, da garantire con adeguate politiche sociali e fiscali ancor prima che con il credito, che non sempre è lo strumento idoneo a rispondere al bisogno abitativo. Crosta chiede un’azione di educazione al ricorso al credito che, sulla base di comportamenti consapevoli e responsabili, eviti il sovra indebitamento, con un intervento pubblico ad ampio raggio: Vanno definite nuove politiche abitative (per esempio includendo il social housing, l’autocostruzione, etc.) e forme di sostegno al credito quei fondi di garanzia e contributi in conto interessi, per facilitare l’accesso ai mutui.Sir