Il processo di allargamento dell’Ue è giudicato dalla Commissione anche alla luce dei 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino e dei 5 anni dell’ampliamento verso est. La prospettiva di aderire all’Unione sostiene l’Esecutivo – costituisce tuttora un forte incentivo ad attuare le riforme politiche ed economiche e consolida la pace e la stabilità. È dunque nell’interesse strategico dell’Ue che questo processo non perda mordente, nel rispetto dei principi e delle condizioni convenuti. Visti i progressi registrati, la Commissione raccomanda l’apertura di negoziati con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, mentre sostiene la necessità di liberalizzare nel prossimo anno i visti nei Balcani occidentali, segnando un decisivo passo avanti per la regione. Il documento deve ora passare dal Consiglio e dall’Europarlamento, ma dal collegio guidato da José Manuel Barroso arrivano segnali che riguardano i singoli paesi. La Macedonia ha compiuto notevoli progressi e ha ampiamente realizzato le priorità fondamentali del partenariato di adesione, soddisfacendo in misura sufficiente i criteri stabiliti dal Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993. Da qui la raccomandazione ad aprire i negoziati di adesione. In questo difficile contesto di crisi economica, le domande di adesione dell’Albania e del Montenegro sottolineano il costante potere di attrazione dell’Unione e il nostro ruolo nel promuovere stabilità, sicurezza e prosperità. Olli Rehn estende la riflessione sui futuri confini comunitari agli altri paesi del Balcani. Poi aggiunge: La candidatura dell’Islanda conferisce una nuova dimensione al nostro programma di allargamento. Tornando ai Balcani, Rehn spiega: L’esenzione dall’obbligo di visto per i cittadini della Macedonia, del Montenegro e della Serbia, che entrerà in vigore all’inizio del 2010, porterà loro vantaggi tangibili. Per quanto attiene la Croazia, ritenuta lo Stato più vicino all’adesione, Rehn sottolinea che ha registrato buoni progressi in termini di conformità con i parametri di adesione e i negoziati sono formalmente ripresi dopo l’accordo politico con la Slovenia sulla gestione delle frontiere. La Croazia deve portare avanti il programma di riforme, in particolare per quanto riguarda il riordino del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e i diritti delle minoranze. Se la Croazia soddisferà in tempo tutti i parametri restanti, i negoziati di adesione potrebbero chiudersi l’anno prossimo.Sir