La città di Terni, venerdì 9 ottobre, sarà la prima tappa del giro nelle città italiane promosso dalle Acli da qui al 13 febbraio 2010, per presentare all’opinione pubblica la petizione per un nuovo Statuto dei lavori. L’iniziativa, lanciata oggi su scala nazionale, punta alla raccolta di almeno 100 mila firme per ottenere un’unica disciplina dei contratti di lavoro, l’estensione della cassa integrazione a tutti i settori produttivi e a tutte le tipologie contrattuali, l’allargamento ai padri della astensione facoltativa dopo la nascita di un figlio con l’80% dello stipendio e altri interventi. «Vogliamo spingere le forze politiche – afferma il presidente della Acli Andrea Olivero – a promuovere una grande riforma in grado di rimettere al centro il lavoro, aumentare l’occupazione e ridurre le grandi disuguaglianze oggi esistenti, a partire dal non più sostenibile dualismo in termini di tutele tra lavoratori dipendenti e lavoratori atipici.Le Acli puntano a ottenere una riforma legislativa che permetta a tutti i lavoratori di ottenere diritti definiti fondamentali, quali quello alla sicurezza e salute, a una remunerazione adeguata, alla formazione permanente. Lo stesso concetto di stabilità lavorativa deve essere messo a punto e migliorato con una progressione crescente affiancata da una indennità generalizzata in caso di licenziamento.Tra le riforme richieste, le Acli indicano l’introduzione di un contratto prevalente a tempo indeterminato per i lavoratori subordinati neo-assunti, che preveda la stabilizzazione definitiva al sesto anno di anzianità aziendale e la fissazione di un’unica aliquota contributiva del 30% per tutti i contratti, compresi quelli di collaborazione. Si prevede anche la detassazione completa dei redditi derivanti da contrattazione territoriale e aziendale, l’introduzione di una aspettativa non retribuita sino a 12 mesi per attività formative certificate. Quanto alle pensioni, la proposta Acli è di equiparare e innalzare gradualmente, secondo le indicazioni europee, l’età pensionabile sia per gli uomini che per le donne, garantendo però un’uscita flessibile dal lavoro. Altri aspetti previsti dal nuovo Statuto riguardano l’allungamento dell’astensione obbligatoria per maternità a 6 mesi, l’indennità di quella facoltativa elevata al 60%, il riconoscimento al padre dei primi due mesi facoltativi all’80%. Nella proposta si parla anche di democrazia economica e di partecipazione di rappresentanti eletti dai lavoratori o designati dalle organizzazioni sindacali di categoria negli organi di sorveglianza, oltre che di partecipazione agli utili di impresa.Sir