Per le suore, che lo hanno raccolto e accudito, è il «piccolo Pietro»: questo il nome che hanno dato al neonato lasciato dalla madre nella chiesetta del Corpus Domini in via Rucellai, nel centro di Firenze. La mamma una giovane straniera, forse sudamericana è entrata nella chiesa (sempre aperta per l’adorazione eucaristica perpetua) la mattina tra le 10 e le 11. Una novizia, Marina, si è fermata a parlare con lei facendole i complimenti per il bambino che aveva in braccio. Poco più tardi, intorno a mezzogiorno, suor Laura, la sacrestana, ha visto per terra questo fagotto che all’inizio ha scambiato per una coperta: poi ha visto che si muoveva. «Era sveglio raccontano le suore Carmelitane di Santa Teresa ma non piangeva, era buonissimo. Ha pianto solo quando aveva fame, allora abbiamo comprato del latte artificiale e un biberon in farmacia. Ci fa piacere notare che nel suo gesto, per quanto disperato e doloroso, la madre comunque ha voluto salvarlo: sapeva che la chiesa è sempre frequentata per l’adorazione eucaristica e che qualcuno lo avrebbe raccolto. Noi ce lo siamo cullato per un po’, fino all’arrivo dei Carabinieri e della Misericordia, poi due nostre sorelle lo hanno accompagnato all’ospedale di Ponte a Niccheri».Secondo i medici il bambino, che può avere al massimo tre o quattro giorni, è in perfetta salute. Dovrà restare qualche giorno in ospedale, poi saranno attivate le procedure per l’affidamento o l’adozione. «Noi dicono le suore non abbiamo le strutture per accoglierlo, anche se siamo state felici di poter prestare la prima assistenza: adesso speriamo che possa trovare una famiglia».