Italia

ANZIANI: INDAGINE AUSER-FILO D’ARGENTO, 9 CASI SU 10 SENZA ASSISTENZA PUBBLICA O PRIVATA

Aumentano in Italia gli anziani che non “non beneficiano di alcuna assistenza, né pubblica né privata” e si trovano in “isolamento relazionale e povertà estrema”: sono 9 casi su 10 gli utenti che si trovano in questa situazione quando contattano il numero verde “Filo d’Argento” dell’Auser, che oggi ha presentato a Roma il suo rapporto nazionale, una fotografia dettagliata sui bisogni degli anziani in Italia. Nel 2008 sono stati 1.300.000 i servizi di aiuto alla persona erogati dall’Auser. Gli anziani raggiunti dai servizi di volontariato Auser sono stati 374.000, soprattutto al Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, il 77% del totale). Gli aiuti e i servizi erogati da Filo d’argento sono infatti aumentati, nel 2008, del 30%. Si tratta in maggioranza di donne (il 69,4%), “vedove, sole e molto anziane” che soffrono per una “fragilità economica e relazionale”. Secondo l’indagine, compiuta su un campione di 25.783 utenti, aumenta, rispetto al 2007 la percentuale di uomini assistiti da Filo d’Argento (ora il 30,6%), soprattutto al Centro–Nord. Al momento dell’attivazione degli interventi di Filo d’Argento, la quasi totalità delle persone beneficiarie dei servizi (92,8%; +2,4% rispetto al 2007) “non è ancora inserita in un piano di assistenza pubblica, ne è assistita da altri soggetti privati”. La restante quota riguarda anziani assistiti dai servizi socio-sanitari pubblici (5,5%) e da privati e cooperative sociali (1,7%). Da sottolineare il fatto che il 28,8% delle richieste di informazioni e di aiuto pervenute a Filo d’Argento nel 2008 (poco più di 111.000 su 386.345), proviene proprio da istituzioni pubbliche (Servizi sociali comunali, Asl e altri enti pubblici). Le altre segnalazioni provengono dagli anziani stessi (il 55,4% delle richieste di aiuto), dai loro familiari (il 10,3%), dalle associazioni di volontariato e dai partners di Filo d’Argento (circa il 5,5%). L’Auser copre dunque molti servizi non soddisfatti dalle istituzioni pubbliche locali preposte (in Italia la quota di popolazione anziana che usufruisce dei servizi domiciliari non supera l’1,6%), la richiesta di aiuto nei trasporti, la compagnia e una nuova domanda di socialità. Questo richiede, secondo la ricerca, “il potenziamento dei servizi reali e la creazione di nuove opportunità di socialità, assistenza e per la promozione del benessere e dell’invecchiamento attivo”. L’Auser chiede dunque che “gli spazi di auto-organizzazione” creati siano riconosciuti anche “attraverso la sottoscrizione di convenzioni, coordinandoli con i programmi pubblici d’intervento sociale”.Sir