La presenza dei leader religiosi nei vertici G8 per dare un’anima alle decisioni che verranno prese, lotta alla proliferazione degli armamenti ed una nota di preoccupazione per gli ultimi esperimenti nucleari della Corea del Nord, appello per caldeggiare il perseguimento degli obiettivi del millennio per lo sviluppo, difesa della vita umana e di ogni vita nel pianeta. Ma soprattutto la necessità di dare una speranza al mondo in nome di Dio. Sono entrati nel vivo dei lavori i 129 rappresentanti delle religioni del mondo che stanno partecipando al IV Summit interreligioso in occasione del G8. Sono riuniti questa mattina nella prestigiosa Sala delle Conferenze internazionali del Ministero degli Esteri, seduti attorno ad un unico, enorme tavolo di lavoro. Parlano in italiano, inglese e francese con traduzioni simultanee. Indossano i loro abiti tradizionali. Al di là delle differenze ideologiche e dottrinali ha detto il Rabbino Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana le religioni hanno qualcosa in comune e questo qualcosa è l’uomo che però deve essere messo al centro delle scelte politiche, sociali ed ecologiche. L’esigenza avvertita è quella di non fermarsi alle parole e ai testi, ma di scendere in campo con azioni comuni. Il tempo a nostra disposizione ha detto Laras non è infinito, bisogna agire al più presto. Mons. Gerard Defois, presidente di Giustizia e Pace Europa, ha chiesto che nel messaggio finale i leader invochino non solo la responsabilità personale dei politici ma facciano appello anche alla loro anima religiosa perché i politici hanno un missione da compiere ed è quella di soddisfare la richiesta di speranza e di fiducia dei cittadini. Il Venerabile Gijun Sugitani, direttore capo della Denominazione Buddista Tendai (Giappone) ha sottolineato nel suo intervento la preoccupazione per la proliferazione degli armamenti nucleari e in particolare per gli esperimenti della Corea del Nord. Questa rincorsa ha detto – non deve essere permessa dai leader religiosi e il fatto che si continui su questa via dimostra che le religioni non riescono ad essere abbastanza forti e coesi. E mentre l’induista Sri Swami Agnivesh (India) ha invocato una maggiore partecipazione delle donne agli incontri interreligiosi, il reverendo (protestante) James Chriesti, presidente del Consiglio canadese delle Chiese, ha esortato i presenti a rafforzare la presenza dei leader religiosi in occasione dei G8 prevedendola anche in futuro. L’anglicano Guy Wilkinson ha portato il saluto di Rowan Williams che ha detto guarda al vertice dei leader religiosi a Roma con enorme apprezzamento, consapevole dell’importanza per trasmettere ai leader politici ed economici un messaggio di speranza in nome di Dio.Sir