Italia

ACLI: FAMIGLIE ITALIANE COLPITE DALLA CRISI E INSICURE VERSO IL MONDO ESTERNO

Costrette dalla crisi economica a risparmiare sulla spesa alimentare, sui vestiti e sulle vacanze. In disaccordo sull’educazione dei figli e insicure nei confronti del mondo esterno. È il ritratto delle giovani famiglie italiane fornito dall’Iref (istituto di ricerca delle Acli) che, in occasione della presentazione a Roma dei “Punto famiglia”, ha anticipato oggi alcuni dati dall’Agenda delle famiglie italiane 2009. Un progetto di ricerca promosso dal Patronato Acli, dal Caf Acli e dalla Caritas italiana. Lo studio verrà ripetuto per tre volte nel corso del 2009 e i risultati della prima rilevazione campionaria, condotta su 1660 famiglie nel periodo 29 aprile/15 maggio 2009, saranno presentati nelle prossime settimane. Dai dati anticipati, con riferimento alla situazione delle famiglie con figli fino a dodici anni (20,5% del campione), l’educazione della prole è il “principale punto di disaccordo”: nel 18,3% dei casi, l’educazione dei figli è il primo motivo di discussione tra moglie e marito. Tra gli altri aspetti che generano conflittualità: scelte economiche (10,4%); divisione del lavoro domestico (10,3%); se la donna deve lavorare o meno (7,8%); decisione di avere altri figli (7,6%); mancanza di dialogo nella coppia (5,6%). Dalla ricerca dell’Iref emerge anche una netta contrazione dei consumi: il 52,5% è stato costretto a risparmiare sulla spesa alimentare; il 57,5% ha tagliato alla voce abbigliamento; il 57,4% ha ridotto le spese legate ai viaggi; il 49% le spese per svaghi e tempo libero. In generale, “la crisi ha modificato gli stili di vita familiari” a vantaggio di una “maggiore sobrietà”: poco meno di due terzi delle famiglie negli ultimi tre mesi hanno acquistato prodotti a basso costo (63,4%); il 38,3% ha rinunciato ad un bene di consumo benché fosse necessario ad uno dei componenti del nucleo; il 37,5% ha risparmiato sulla cura della persona; più di un quinto (22,2%) è stato infine attento ai consumi delle utenze domestiche. Significativi ance i dati che riguardano l’incertezza verso il mondo esterno: il 72,6% delle famiglie si sente al sicuro solo in casa propria e soltanto il 20% dei nuclei preferisce stare tra la gente mentre il 7,4% afferma di non sentirsi sicuro né in casa né fuori di essa. In caso di bisogno, il 35,6% si rivolgerebbe alla parrocchia; il 29,9% ai servizi sociali del comune; il 15,5% alle associazioni di volontariato.Sir