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TERREMOTO IN ABRUZZO: CARITAS L’AQUILA, RICOSTRUIRE GUARDANDO OLTRE L’EMERGENZA

(L’Aquila) – “Gli interventi di ricostruzione che saranno messi in atto nei prossimi mesi hanno bisogno di una progettualità che guardi oltre l’emergenza. Non possiamo dimenticarci di problemi come la mancanza di lavoro, la dimensione sociale delle famiglie o le condizioni degli immigrati. Problemi che già erano presenti a L’aquila prima del terremoto e a cui è necessario dare una risposta duratura”. A parlare al Sir è don Dionisio Humberto Rodriguez, direttore della Caritas diocesana. “E’ in questo senso che devono lavorare le delegazioni dispiegate sul territorio – aggiunge – rimanendo in costante contatto con i nostri operatori per coordinare insieme gli interventi”. Nelle prossime settimane a Coppito aprirà una nuova sede che ospiterà gli operatori di Caritas L’Aquila e il Centro di Coordinamento di Caritas italiana ora ospitati nella parrocchia di San Francesco a Pettino. Le sedi della diocesi de L’Aquila nel centro storico, in via XX settembre e in alcuni locali della Curia in piazza duomo, sono, infatti, inagibili. “A Coppito – ha concluso il direttore – riattiveremo tutti i nostri servizi come il Centro di Ascolto, lo sportello Immigrati e l’Ufficio Lavoro. Prevediamo per i primi mesi di organizzare anche uno sportello itinerante che giri nei vari campi per andare incontro alle persone e alle loro esigenze”. “Negli ultimi mesi – continua don Rodriguez – ben prima del terremoto, la crisi economica aveva colpito pesantemente la realtà aquilana. Erano in costante crescita le persone che si rivolgevano ai nostri servizi e tra loro vi erano sempre più famiglie italiane in difficoltà”. La Cartias aveva attivano nelle sue due sedi un Centro di Ascolto, un Ufficio Lavoro, lo Sportello Immigrati e un servizio guardaroba per la distribuzione di vestiti. “Le domande più frequenti riguardavano la ricerca di lavoro o l’assistenza medica con la richiesta di aiuti finanziari per il pagamento del ticket per gli esami o per far fronte al pagamento dell’affitto e delle bollette”. Nel centro della città esistevano due mense per i poveri gestite da una onlus. “Prima del terremoto – conclude il direttore di Caritas L’aquila – stavamo pensando alla realizzazione di un centro di accoglienza, una struttura che mancava nella nostra città. Dopo quello che è successo e in vista del periodo di difficoltà che dovremo affrontare nei prossimi anni, la sua costruzione diventa prioritaria. Questo sarà uno degli interventi che indicheremo a Caritas Italiana. Dall’altra parte diventerà necessaria anche l’apertura di una nuova mensa in periferia. Con il rientro degli sfollati nelle case le persone che avranno bisogno di un sostegno alimentare è prevedibile che saranno molte di più. E’ necessario prepararsi per tempo”.Sir