Italia

TERREMOTO IN ABRUZZO, MONS. AGOSTINELLI AI VOLONTARI DELLA MISERICORDIA: PORTATE L’AMORE IN MEZZO AL PIANTO

Mons. Franco Agostinelli, vescovo di Grosseto e guida spirituale delle Misericordie italiane, ha rivolto ai volontari delle Confraternite un messaggio che pubblichiamo integralmente.

Cari fratelli e sorelle di tutte le Misercordie d’Italia,avrei voluto raggiungervi con gli auguri di Pasqua per condividere con voi il momento esaltante e stupendo della nostra Fede e con voi ringraziare il Signore per l’evento che riapre al mondo la via della speranza. Questo desiderio c’è ancora e vorrei veramente farlo pervenire a tutti voi con l’augurio che il Signore ci trovi sempre attenti e pronti a servire il nostro prossimo nel momento di maggiore bisogno. Ma oggi il nostro pensiero non può prescindere dal tragico evento del terremoto verificatosi in Abruzzo. Rimangono fissi nel nostro sguardo e soprattutto nel nostro animo quelle tragiche immagini di distruzione e di morte che hanno funestato quelle popolazioni. Le Misericordie, allertate dal coordinamento della Protezione Civile, hanno risposto prontamente e si sono rese presenti sul posto per portare il loro aiuto e collaborare così da rendere meno gravi le sofferenze di tante persone. I nostri volontari hanno risposto con generosità all’appello, dando ancora una volta prova dello spirito che li anima e della competenza che li caratterizza. E’ vero che il simbolo della Misericordia è sempre presente là dove si verificano calamità o bisogni immediati, quasi ad identificarsi con momenti di inevitabile dolore, quanto meno di seria preoccupazione, ma è pur vero che la carità cristiana che ci anima, che è il fermento antico della nostra storia di carità, non può trovarci lontani, indifferenti, distratti dai luoghi dove il prossimo ci chiede il nostro aiuto. Voi andrete là, nei luoghi del terremoto, troverete il pianto, la sofferenza composta di persone rese forti dall’intemperie dell’esistenza, la morte, troverete l’orrore, ma porterete l’amore.Vi invito fortemente a non lesinare il tempo che metterete a disposizione, la vostra fatica, il vostro impegno senza calcolo, a dare visibilità, anche in quei luoghi di bisogno estremo, alla vostra “diversità”. Non siamo diversi dagli altri per generosità, non per professionalità, dobbiamo esserlo per lo spirito che anima il nostro operare. Quando avremo fatto tutto quello che dovevamo fare, quando tutti hanno oggettivamente il diritto di fermarsi, noi non lo possiamo: dobbiamo andare oltre perché resta ancora qualcosa da fare: sarà una parola di conforto e d’incoraggiamento da dire; la carezza ad un bambino che piange; stringere la mano a chi guarda attonito e con un residuo minimo di speranza quella casa che lo ha visto felice e che ora non c’è più; ascoltare il racconto ripetuto di un’esperienza tragica che ha segnato la vita per sempre; donare coraggio a chi rischia di non averne più. Questa è la nostra “diversità”, questo siamo chiamati a fare e lo possiamo in virtù della forza che ci viene dal Risorto. Anche le tragedie che funestano la vita e il cammino delle persone, non potranno arrestare la Pasqua, l’alba di un mondo nuovo, per il quale anche noi siamo chiamati a portare il nostro contributo.Voglio augurarvi, cari fratelli e sorelle, che la Pasqua vi trovi desti e pronti, proprio in quei luoghi dove ora è tornato il buio, lo smarrimento dell’animo, perché non si spenga la speranza in chi è stato così duramente provato da queste tragiche vicende.Auguri a tutti voi; auguri per il vostro servizio; auguri perché tra voi regni sempre l’armonia, l’unità e la passione per il prossimo, cosicché la vostra testimonianza dica alla nostra società spesso scettica e disincantata, che la Pasqua resta sempre sull’orizzonte della nostra storia.Che il Signore vi renda merito per quello che siete e per quello che fate.