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MONS. CROCIATA: CEI E ABI (BANCHE) INSIEME PER UN FONDO DI GARANZIA FAMIGLIE NUMEROSE

Un fondo di “garanzia” e solidarietà, basato su una grande colletta che sarà lanciata a livello nazionale, e che vedrà gli interventi concordi della Conferenza Episcopale Italiana e dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana): è la novità annunciata stamane a Roma da mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Cei, emersa dai lavori del Consiglio episcopale permanente della scorsa settimana. “Accanto alle decine di iniziative di solidarietà già attivate nelle diocesi – ha detto Crociata – abbiamo avuto l’assenso dell’Abi per istituire un fondo rivolto ad aiutare in particolare le famiglie con tre figli, oppure con malati gravi, disabili o particolari situazioni di disagio a seguito della perdita del posto di lavoro del capofamiglia e del venir meno dell’unico reddito familiare. In pratica la Cei – ha spiegato – intende raggiungere, grazie alla colletta popolare, la somma di partenza di 30 milioni di euro. La rete delle banche Abi, dal canto loro, amplieranno il plafond delle erogazioni fino a 300 milioni di euro”. Mons. Crociata ha sottolineato che “la quota dei destinatari potenziali è stata calcolata in 20-30 mila famiglie al massimo” e i criteri di distribuzione del prestito agevolato (500 euro al mese per un anno, prorogabile per un secondo anno) saranno piuttosto stringenti.“La procedura per poter attingere al fondo di garanzia – ha poi illustrato il Segretario generale della Cei – prevede la segnalazione dei casi di necessità al parroco che, tramite la Caritas diocesana oppure i circoli Acli del territorio effettuerà una verifica dell’attendibilità della richiesta”. “Una volta appurato che la famiglia richiedente abbia davvero i requisiti di necessità – ha poi detto Crociata – le banche aderenti procederanno celermente, nel giro di 10-20 giorni, all’erogazione del contributo. Ciò non esclude che le stesse famiglie possano cercare o ottenere aiuti di altra natura – ha precisato – tenuto conto che questo strumento che abbiamo elaborato con l’Abi non è assistenziale e nemmeno a fondo perduto, ma è una sorta di prestito a tasso molto favorevole per consentire di superare il momentaneo stato di assenza di reddito”. Rispondendo alle numerose richieste di chiarificazione da parte dei giornalisti, mons. Crociata ha poi aggiunto che “la griglia di condizioni per accedere a questo aiuto sarà piuttosto stretta e le banche non chiederanno pertanto ulteriori garanzie. Si prevede inoltre che i beneficiari si impegnino alla restituzione delle somme avute entro 5 anni con un tasso massimo concordato”.Sir