Cara Italia. Inizia così una lettera scritta da un anonimo romeno al nostro Paese che nelle prossime domeniche verrà letta nelle parrocchie in cui celebrano la divina liturgia gli ortodossi romeni. La lettera è rilanciata dalla Diocesi ortodossa romena d’Italia che la farà recapitare alle autorità centrali del Paese. Cara Italia si legge nel testo ho sempre considerato che la mia nazionalità non costituisca un difetto, ma un motivo di orgoglio. Sono rattristato però, perché da qualche tempo, per alcuni la cittadinanza romena è diventata un problema. La mia storia è quella di una persona qualsiasi, che non uccide e non ruba. E’ la storia di un milione di romeni che vivono qui, nella tua casa, rispettando le tue regole ma che si sentono stigmatizzati e trasformati in capro espiatorio per la colpa e le illegalità di qualche nostro concittadino. Quelli che infrangono le leggi devono pagare. Ma, le pene collettive non risolvono nulla. Al contrario, coltivano il clima dell’odio e dell’intolleranza. Pensando a tutto ciò ed alla bella storia che noi potremo creare insieme conclude -, ho la fiducia che i tuoi cittadini capiranno che i romeni non sono ne più buoni ne più cattivi degli italiani. Che la furia nulla risolve, ma il rispetto reciproco, la fiducia e l’applicazione corretta delle leggi possono invece fare tanto. Noi, romeni ortodossi, in questi momenti difficili che stiamo attraversando, anche se non ci riteniamo dei santi, testimoniamo pubblicamente di sentirci molto rattristati ed indignati costatando che il nostro nome di cristiani e di romeni è macchiato e calpestato per colpa di alcuni nostri connazionali e chiediamo a tutti coloro che ben conoscono la nostra fede, umanità e laboriosità di unirsi a noi per promuovere la vera immagine che ci caratterizza e ci rappresenta. Inizia così il testo della lettera che su iniziativa della diocesi ortodossa romena d’Italia, per due o tre domeniche i romeni ortodossi sottoscriveranno. La lettera e le firme raccolte saranno poi consegnate alle istituzioni locali, ai comuni e alle prefetture nonché alle curie cattoliche. In questi momenti prosegue il testo – desideriamo esprimere anche la nostra solidarietà con i nostri fratelli e le sorelle romeni che in silenzio soffrono, sottomessi a diverse umiliazioni ed abusi da parte di quelli che curano o per chi lavorano in Italia. Preghiamo Dio di rafforzarli ed incoraggiarli, di aiutare loro per raggiungere la riva tranquilla del compimento materiale e spirituale, in pace e buona intesa. Nella lettera, i romeni esprimono la speranza di ritrovare prossimamente l’armonia che ha sempre caratterizzato le relazioni tra i nostri popoli e di camminare insieme verso un futuro migliore per tutti noi.Sir