La sentenza del Tar della Lombardia è erronea perché ruota attorno ad un presupposto del tutto sbagliato: che in questa vicenda si voglia ricoverare il paziente per curarlo da patologie mediche e, dunque, ciò non si possa rifiutare. Lo ha affermato Alberto Gambino, ordinario di Diritto privato all’Università Europea di Roma, commentando a caldo per il Sir il testo della decisione del Tar Lombardia sul caso Englaro. Il ricovero spiega Gambino – ha una sola finalità: interrompere l’esistenza di una persona. E’ un sofisma aggiunge – dire che al servizio sanitario è precluso di rifiutare il ricovero anche nel caso in cui il paziente volesse avvalersi del diritto all’interruzione di un trattamento terapeutico, perché qui non si verifica questo ordine delle cose, e cioè chiedere un ricovero per curarsi (non rifiutabile) e interrompere un trattamento, ma si chiede esclusivamente di sospendere un trattamento per raggiungere in breve la morte. Il ricovero, cioè prosegue Gambino – non è giustificato da alcuna patologia da curare, nemmeno in via di principio, come erroneamente vorrebbe far intendere il Tar, ma è diretto soltanto verso l’obiettivo di porre fine all’esistenza del paziente. E’ dunque una decisione abnorme che conclude il giurista – introduce in Italia una prassi di chiara deriva eutanasica.Sir