“Una preoccupazione è il clima di avversità che va crescendo nei confronti degli immigrati, che ricopre varie tonalità e va dalla chiusura al razzismo vero e che si constata dalla lettura dei giornali con una maggiore ricorrenza di atti sconsiderati e che talvolta quelli che li commettono pensano addirittura di aver fatto un bene alla società e se non si aspettano le lodi poco ci manca”: lo ha detto Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione Caritas-Migrantes intervenendo stamane a Roma all’incontro, promosso dall’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) sul tema “Crisi economica e migranti: conseguenze e prospettive”, svolto in occasione della Giornata internazionale del Migrante. Per Pittau il bisogno di immigrati da parte della nostra società è di natura strutturale. L’Istat ha precisato che la carenza di giovani lavoratori di 18-44anni si aggirerà, tra il 2005 e il 2020, a 4,5 milioni di unità, una media di 300.000 all’anno, con un crescendo negli anni a venire. Se così stanno le cose, della convivenza con gli immigrati ha aggiunto – dobbiamo farcene una ragione, se non vogliamo diventare una popolazione con una quota eccessiva di anziani e, quindi, incapace di sostenere il sistema produttivo.Ogni periodo di crisi – ha spiegato ancora lo studioso – incentiva la ricerca del capro espiatorio e porta a chiamare in causa gli immigrati anche quando c’entrano poco con i problemi da affrontare, come avviene in questa crisi mondiale che ha altre radici. Senz’altro i posti di lavoro continueranno a diminuire e questo andamento non può non riguardare anche gli immigrati ha aggiunto -. La mia paura è che diminuisca l’occupazione ufficiale e aumenti quella in nero. La crisi può tradursi nell’aumento del lavoro irregolare con tutte le sue conseguenze negative. Questo possibile sbocco va contrastato perché – ha spiegato – non conviene agli immigrati ma neppure a noi. La durata di questo periodo negativo ha aggiunto Pittau – è di un anno e mezzo e pertanto sarebbe auspicabile tenere conto nelle proposte legislative che si fanno della loro dignità umana, delle loro esigenze e anche della tendenza strutturale all’insediamento stabile. Il compito dell’équipe di ricercatori che coordino è quello di parlare attraverso i dati statistici, dai quali abbiamo ricavato un insegnamento a imparare a convivere con gli immigrati anche in periodo di crisi. Accentuare la precarietà, che è già di spessore consistente, non paga”.Sir