Un impegnativo progetto di cooperazione internazionale in Eritrea diventa irrealizzabile a causa dell’aggravarsi della situazione politica in quel paese. Così la Caritas diocesana di Prato, che l’aveva promosso, decide di rinunciare al finanziamento di 412.280 euro accordati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri grazie ai fondi dell’8 per mille devoluti allo Stato.«Di fronte ai grossi rischi a cui saremmo andati incontro in Eritrea spiega il direttore della Caritas diocesana di Prato Idalia Venco è stato lo stesso Ministero degli Esteri a consigliarci di rinunciare alla realizzazione del progetto. A quel punto abbiamo provato a proporre alla Presidenza del Consiglio di spostare il progetto nella vicina Etiopia anche lì la povertà è gravissima ma la nostra richiesta non è stata accolta. Così, non potendo dar seguito al nostro impegno di cooperazione, d’intesa con Caritas Eritrea abbiamo ritenuto doveroso, in modo corretto e trasparente, di rinunciare al finanziamento statale. Secondo quanto previsto dalla normativa, provvederemo a versare i 412 mila euro già ricevuti alla Tesoreria provinciale dello Stato di Prato». La notizia della rinuncia è stata data dalla Gazzetta Ufficiale e rilanciata da un’agenzia di stampa. La Gazzetta ufficiale riporta il titolo del progetto: «Realizzazione di una iniziativa finalizzata alla promozione della sicurezza alimentare nella regione di Gash Barka in Eritrea». Era stato approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 10 novembre 2006; il 17 settembre 2007 era pervenuto il finanziamento statale.Con l’Eritrea la Caritas diocesana ha rapporti di cooperazione e solidarietà fin dal 2000. Spiega Venco: «Furono gli eritrei immigrati a Prato a chiederci, in occasione del Giubileo, di aiutare il martoriato paese africano, devastato da decenni di guerra. Il nuovo progetto spiega ancora il direttore della Caritas mirava a organizzare un efficiente piano agricolo in una regione ricca d’acqua ma estremamente povera, al confine col Sudan, abitata da una tribù minoritaria del paese africano, i Cunama. Con i 412 mila euro stanziati avremmo potuto acquistare macchinari e attrezzature agricole e idrauliche, per poi avviare il piano agricolo direttamente sul territorio, grazie anche alla collaborazione della locale Caritas di Barentù».L’Eritrea, tra i più poveri paesi del terzo mondo, vive attualmente una crisi gravissima. Il paese è permanentemente in guerra da quasi 50 anni. Gli ultimi combattimenti con la vicina Etiopia risalgono a meno di un anno fa. Il governo di Asmara ha creato un duro regime militare. Frequenti negli ultimi mesi sono state le espulsioni di missionari e cooperatori e le requisizioni di container di aiuti provenienti dai paesi europei.Idalia Venco in Eritrea è stata più volte: «Abbiamo nel cuore questo martoriato paese. Siamo veramente dispiaciuti di non poter realizzare un progetto che avrebbe portato cibo e lavoro ad una popolazione poverissima. Vorremmo però continuare ad aiutarla». Dal 2000 ad oggi la Caritas diocesana di Prato ha realizzato in Eritrea progetti di aiuto e cooperazione per 1 milione di euro, grazie alle offerte dei pratesi e ai contributi di aziende ed enti locali.