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CASO ENGLARO: IL CARD. TETTAMANZI SCRIVE ALLE SUORE CHE CURANO ELUANA

“Mentre in questi giorni si moltiplicano le notizie, le decisioni e le prese di posizione sulla vicenda di Eluana Englaro, ho pensato spesso a voi, ai vostri sentimenti, alla vostra trepidazione, al vostro servizio quotidiano e soprattutto alle vostre preghiere”. E’ quanto scrive il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, in una lettera indirizzata questo pomeriggio alle suore Misericordine della clinica Talamoni, che da anni curano Eluana Englaro. “Lo sanno tutti – prosegue Tettamanzi – che per voi Eluana non è un ‘caso’, ma una persona, una giovane donna che, con la collaborazione del personale sanitario della vostra Clinica Beato Luigi Talamoni, accudite da anni senza clamori, con competenza e gratuito amore. Una donna ferita nel corpo e nella mente, una donna il cui stato di coscienza resta per noi un mistero, ma che è e rimane nella pienezza della sua inviolabile dignità di persona. Avete accolto Eluana nella vostra casa ed è entrata nella vostra vita, ricevendo e donando amore”.“La notizia della recente sentenza della Corte di Cassazione ha riempito di profonda tristezza il mio animo di uomo, di credente e di pastore della Chiesa di Milano. Sino all’ultimo momento ho sperato e pregato che fosse rispettata la vita e la dignità personale di questa giovane donna”, scrive Tettamanzi pensando a Eluana Englaro. E prosegue: “Anche ora che la drammatica vicenda della sua esistenza terrena sembra irrimediabilmente consegnata ad una conclusione irragionevole e violenta, rivolgo – sperando contro ogni speranza – la mia supplica a Dio, Signore della vita. A lui chiedo che, secondo i disegni della sua misericordia onnipotente, non lasci mancare un’estrema opportunità di ripensamento a quanti si stanno assumendo la gravissima responsabilità di procurarle la morte, privando dell’acqua e del nutrimento questa Sua amata creatura”. “La vita umana rimane sempre, in qualunque condizione fisica e morale – ammonisce l’arcivescovo di Milano – il bene fondamentale, prezioso e indisponibile che Dio consegna a ciascuno di noi e del quale noi tutti siamo custodi e servitori responsabili, non padroni”.La lettera del cardinale prosegue con un ringraziamento alle suore Misericordine per aver offerto ad Eluana “con gioia e umiltà non solo tutto ciò di cui il suo corpo ha necessità fisiologica, ma ancor più il calore di una presenza quotidiana, affettuosa e discreta, nel rispetto dei sentimenti dei genitori e anche delle loro intenzioni da voi non condivise”. Tettamanzi, inoltre, addita le religiose come “esempio di dedizione e di amore” che “resta – al di là delle facili e continue dichiarazioni di principio – un segno preciso e chiaro nel nostro contesto sociale e culturale, così spesso confuso e condizionato da orientamenti non rispettosi, anzi ostili, alla vita umana”. In conclusione, l’augurio che l’impegno delle Misericordine “sia sostenuto e consolato da una speranza certa: il Signore da sempre abbraccia e immerge nella sua luce di verità e di salvezza la vita di Eluana e delle tante persone che si trovano in condizioni simili. Una luce che le tenebre dell’ingiustizia e della presunzione umana non possono oscurare né sopraffare Una luce che continua a splendere e ad offrirsi a tutti, anche a coloro che ancora non la accolgono”.Sir