Italia

RAPPORTO POVERTÀ: NOZZA (CARITAS), «IN ITALIA TROPPE DISUGUAGLIANZE E POCHE OPPORTUNITÀ»

“L’Italia non è il posto dell’uguaglianza e nemmeno quello delle opportunità”: è il giudizio di mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana, nel presentare oggi a Roma l’ottavo Rapporto su povertà ed esclusione sociale “Ripartire dai poveri” curato da Caritas italiana e Fondazione Zancan. Il volume, di 268 pagine, descrive la situazione di oltre 7 milioni e mezzo di poveri in Italia, con una serie di proposte per risolvere una situazione definita “strutturale, radicata nell’incapacità di dare risposta al problema”. “Lotta alla povertà, promozione del mezzogiorno, garanzia dei livelli essenziali dei servizi e delle prestazioni sociali in tutta Italia, tutela della non autosufficienza, integrazione degli immigrati, accesso all’abitazione – ha sottolineato mons. Nozza -, sono le priorità che devono impegnare parlamento e governo per ridurre la vulnerabilità nel Paese”. “Più di altri Paesi europei – ha osservato – l’Italia presenta grandi differenze fra chi vive in un discreto benessere, chi tutti i giorni lotta per non oltrepassare la soglia della povertà e chi dentro la povertà ci sta da tempo e non intravede nulla di nuovo nel futuro”. “Il desiderio e l’ambizione di passare da una condizione all’altra – ha sottolineato -, è più difficile da realizzare da noi che altrove”. Mons. Nozza ha ricordato che Paesi come l’Inghilterra, ad esempio, destinano alla lotta all’esclusione sociale l’1,7% del Pil, contro lo 0,1% italiano. Mentre in Europa la media è dello 0,9%. La questione povertà, ha ammonito, “non è né di destra né di sinistra” e “non può essere affrontata con colpi di genio e ad effetto ma solo con un piano nazionale strutturato e permanente”: “Un piano che l’Italia non ha e non ha mai avuto – ha ricordato -. Insieme alla Grecia e all’Ungheria siamo in Europa l’unico Paese non dotato di misure basilari di intervento”. “Assistiamo in questi giorni – ha osservato mons. Nozza -, a montagne di soldi pubblici che, con il giusto accordo di tutti, corrono al capezzale della grande finanza e delle imprese in crisi per tentare di mettere in atto un salvataggio. Perché non fare altrettanto per soccorrere chi lotta quotidianamente per sopravvivere all’indigenza e alla precarietà? Perché non tentare una seria alleanza tra politica, società, terzo settore e associazioni di volontariato?” Tra le proposte contenute nel Rapporto: l’adozione di una misura universale di sostegno al reddito; nel mezzogiorno investire in servizi pubblici essenziali; tutelare anziani e portatori di handicap, che costituiscono una “emergenza” per molte famiglie italiane; nella crisi degli alloggi intervenire con sostegni agli affitti, garanzie ai proprietari e edilizia pubblica.Sir