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BARONTI: C’E’ MOLTA TOSCANA NEL SUCCESSO DEL CERN

«ll successo del CERN di Ginevra, con l’avvio del Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più grande e più potente del mondo, è anche un successo della scienza toscana. Oltre cento ricercatori hanno collaborato alla progettazione, costruzione e messa in funzione di uno dei due apparati sperimentali di dimensione maggiore, il CMS». Il contributo determinante della scienza toscana è stato sottolineato dall’assessore all’università e alla ricerca Eugenio Baronti, che, nei mesi scorsi, era stato ospite del CERN dove aveva avuto modo di toccare con mano questa importante realtà scientifica e, in particolare, il lavoro del nutrito drappello toscano, formato da oltre cento fra fisici, ingegneri e tecnici dell’INFN di Pisa e di Firenze, dell’Università di Pisa, della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’Università di Siena che hanno dato dei contributi molto importanti e significativi anche agli esperimenti ATLAS, TOTEM ed LHCb.«Fra tutti – afferma l’assessore – voglio ricordare alcuni fra coloro che ho avuto la fortuna di incontrare a Ginevra, insieme a tanti giovani entusiasti e che immagino oggi particolarmente felici per il successo dell’esperimento. Sono Rino Castaldi, Lorenzo Foà, Guido Tonelli, attualmente vice responsabile di CMS, Tarcisio Del Prete, Vincenzo Cavasinni, Stefano Lami, Angelo Scribano, Ettore Focardi, Enrico Iacopini». «Un successo – ricorda l’assessore – che è anche delle numerose imprese toscane che hanno contribuito alla realizzazione di importanti componenti elettroniche e meccaniche, dei rivestimenti in oro dei rilevatori, in un complesso in cui tutto si è dovuto progettare per rispondere alle particolarissime condizioni termiche e magnetiche dell’esperimento». Si è calcolato – ha ricordato Baronti – che l’insieme delle commesse aggiudicate da imprese italiane in gare internazionali per la fornitura dei componenti di LHC superi il contributo italiano all’esperimento, il che dimostra da un lato l’elevatissima qualità di alcune produzioni nazionali, dall’altro l’utilità della ricerca, anche quella di base, per sostenere l’evoluzione tecnologica e la competitività del nostro sistema produttivo. (bc)