Diritto ad essere accolto in una famiglia, ad essere seguito da un avvocato, ad essere seguito da un tutore formato e preparato, ad essere accompagnato e assistito da un’equipe psico-socio-giuridica, ad essere sostenuto da un’associazione che abbia come precisa finalità la tutela dei diritti del minore fuori famiglia, ma anche diritto a non essere separato da fratelli e sorelle, a trovarsi solo temporaneamente’ nella condizione di minore fuori famiglia, a una chiara definizione dello stato di abbandono del minore e al risarcimento del danno esistenziale se non vede garantito il diritto alla famiglia. Questi, insieme alle creazione di strumenti di informatizzazione comuni ai servizi minorili, amministrativi e giudiziari per far conoscere lo status del minore fuori famiglia nel rispetto della legge sulla privacy sono, in sintesi, i diritti previsti nella Carta di Cervia approvata ieri dal direttivo di Aibi- Amici dei bambini, nonché da tutti i partecipanti al congresso Légàmi, il mito della famiglia di origine. Il decalogo, spiega l’Aibi, intende stimolare nuovi orientamenti legislativi e politici e verrà presentato nelle apposite sedi governative: la Carta si inserirà inoltre nelle celebrazioni del 2009 per i 20 anni della Convenzione dei Diritti del Fanciullo di New York del 1989. Il decalogo della Carta, afferma l’associazione, pone in evidenza i dieci diritti considerati esigibili, strettamente legati alla definizione chiara dello stato di abbandono’ subìto da bambini e adolescenti: secondo Aibi, è indispensabile che la società e la politica si impegnino, in ogni ambito, a raggiungere questo obiettivo, per il bene delle migliaia di minori fuori famiglia in Italia, altrimenti costretti al circolo vizioso degli affidi sine die o di strutture di assistenza che molto ancora somigliano agli istituti. Il fulcro della Carta ruota intorno all’avvocato del minore: un avvocato nominato fin dal momento in cui il bambino viene allontanato dalla famiglia naturale e che lo accompagna finché la sua situazione non sarà risolta con il compito di diminuire i tempi di permanenza nella categoria di fuori famiglia’. Il tempo dei bambini spiega ancora l’Aibi – non è il tempo degli adulti e quindi occorre valutare caso per caso per comprendere fino a che punto un minore può tollerare di essere privato dalle relazioni familiari. L’avvocato del minore sarà inoltre in grado di richiedere un risarcimento per danno esistenziale’ per i fanciulli che si vedono negato il diritto alla famiglia.Sir