Italia

SALVA BADANTI: ACLI, INCOMPRENSIBILE ESCLUSIONE COLF E BABY SITTER

“E’ la dimostrazione che un intervento sanatorio è oramai improrogabile”. Così le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani commentano il cosiddetto piano “salva badanti”, l’emendamento proposto ieri al disegno di legge sulla sicurezza dai ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Pari opportunità Mara Carfagna. Un provvedimento che consentirebbe – “in disciplina transitoria” – la regolarizzazione delle lavoratrici straniere che assistano “persone che abbiano compiuto il settantesimo anno di età, oppure siano affette da gravi patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza e dispongano di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento”. Appare tuttavia “incomprensibile e inaccettabile – aggiungono le Acli – l’esclusione delle colf e delle baby sitter dalla proposta di regolarizzazione”. Il 75% delle circa 410mila richieste di assunzione di lavoratrici domestiche riguarda infatti le colf (collaboratrici familiari) e solo il 25% le cosiddette “badanti”, che da contratto svolgono il ruolo di assistenti familiari. Ci sono quindi anche le colf e le baby sitter. “Cosa dirà il Governo – si chiedono le Acli – a quelle centinaia di migliaia di famiglie che affidano la cura della propria casa e soprattutto dei propri figli alle donne straniere, spesso in assenza di posti sufficienti negli asili nido? E come si concilia con le pari opportunità il trattamento diverso riservato a lavoratori che dovrebbero avere uguale dignità?”. ”Occorre un ulteriore scatto di coraggio e di realismo” afferma il presidente Acli Andrea Olivero, che ribadisce la proposta al Governo di avviare una regolarizzazione, “come fu fatta nel 2002»” per tutti i cittadini stranieri che dimostrino al 30 maggio di lavorare da almeno tre mesi in Italia, sulla base di requisiti idonei e nel rispetto delle dovute indagini per accertamenti di ordine pubblico. “Una decisione – spiega Olivero – che avrebbe ricadute positive in termini di sicurezza e tranquillità sociale andando a vantaggio delle famiglie, delle imprese e delle stesse casse dello Stato, che da una regolarizzazione estesa dei lavoratori stranieri potrebbe guadagnare fino a 3 miliardi di euro in termini di imposte e contributi previdenziali”.Sir