Come possiamo proteggerci dalle radiazioni naturali del sole, delle stelle, della terra o da quelle artificiali emanate da dispositivi antincendio, linee elettriche, telefoni cellulari? Di più: da tutte quelle radiazioni ionizzanti, derivanti, ad esempio, da fissione nucleare? Da tempo fisici, medici del lavoro, biologi, igienisti, ecologisti, naturalisti, geologi, ingegneri, chimici, periti industriali studiano la questione. Almeno da quando, nel 1958 a Pisa, si costituì l’Airp, acronimo di Associazione italiana di radioprotezione. Gli esperti che ne fanno parte, oggi impegnati nell’Enea, nell’Istituto Superiore della Sanità, in enti pubblici e privati di ricerca, hanno contribuito, in questi anni, ad elaborare stringenti normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (e di cura) a rischio radiazioni.Dalla mattina di mercoledì 4 giugno e fino a venerdì 6 150 radioprotezionisti da tutta Italia si sono dati appuntamento alla Casa della città «Leopolda» a Pisa per il loro convegno nazionale. Tre giorni di assise per far memoria dei primi studi sulle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e per aggiornarsi su quali siano gli strumenti tecnici e normativi più idonei a sorvegliare, controllare, evitare l’eccessiva esposizione da esse.Alla giornata inaugurale parteciperà anche il professor Metcalf, presidente della International radiation protection association (Irpa) a cui l’Airp italiana è associata. A fine convegno, il lavoro dell’Airp continua ancora a Pisa. Dal 1983, infatti, l’associazione ha istituito la Scuola superiore di radioprotezione «Carlo Polvani». La scuola, diretta attualmente dal professor Giorgio Curzio dell’Università di Pisa, ha sede ora alla Certosa di Calci. All’interno della scuola sono organizzati corsi avanzati e specialistici, monografici, su temi di attualità; ed alcuni seminari sui temi più importanti in campo internazionale.