Da anni le Congregazioni religiose, maschili e femminili, sono impegnate in un’opera di prevenzione e contrasto nei confronti dell’Aids e per alleviare gli effetti della malattia sulle persone colpite e le loro famiglie. Solo in Africa gli Istituti religiosi si occupano di 1000 ospedali, più di 5000 dispensari e 800 orfanotrofi. Se ne parlerà domani a Roma in una conferenza stampa (ore 11, via dei Penitenzieri 19) che anticipa un Forum internazionale in corso dal 3 al 5 maggio a Roma. Le due Unioni internazionali (Usg per i Superiori Generali; Uisg per le Superiore Generali), hanno elaborato una ricerca globale sul lavoro svolto e sulle prospettive future, in collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids (Unaids) e la Georgetown University. I risultati verranno presentati nel corso del Forum, che passerà in rassegna anche i servizi prestati, dall’assistenza sanitaria agli aiuti economici ai bambini orfani, dalla prevenzione alle cure palliative. “Per noi religiosi e religiose dice padre Frank Monks, camilliano, della Commissione salute della Unione Superiori Generali – restano aperte ancora molte sfide nell’area della giustizia, della pastorale, dell’etica e dell’educazione; per questo siamo chiamati a superare la frammentazione che esiste al nostro interno e stabilire una nuova cultura di cooperazione. Ci sono Paesi poveri nei quali i cristiani provvedono fino al 40% dei servizi sanitari, ma non hanno voce in capitolo e sono lasciati soli a combattere le loro battaglie”. L’Usg raccoglie i Superiori generali di 218 Congregazioni ed Istituti religiosi, per un totale di circa 200 mila religiosi nel mondo. L’Uisg riunisce le 1900 Superiore generali di altrettante Congregazioni di Diritto Pontificio e Diocesano, per un totale di 700 mila suore nel mondo.Sir