L’assenza del tema della scuola, e in genere di tutto il tema della formazione, nel dibattito pre-elettorale è uno degli aspetti più preoccupanti dello scadimento di un certo confronto politico. Così mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, ha risposto alla domanda di un giornalista durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consilgio permanente della Cei. Per Betori che ha precisato di parlare a carattere strettamente personale, di un tema però che suscita preoccupazione forte per il futuro anche tra i suoi confratelli – il fatto che non ci si debba preoccupare dei luoghi del futuro, cioè dei luoghi educativi, è un segno di un’altrettanta marginalità di un altro tema che interessa ai vescovi: la famiglia, e più in generale la questione educativa. Riguardo a questo tema, Betori ha spiegato che siamo ai primi passi come Consiglio episcopale, ma che a settembre diventerà forse il tema da andare a proporre come tema dell’ l’Assemblea generale del 2009, non ché come tema generale del decennio pastorale 2010-2020. Quello nella scuola ha proseguito Betori è un servizio che offriamo a tutta la scuola, attraverso l’insegnamento della religione cattolica, che però si trova a fare i conti con un forte mutamento. Da un parte, ha spiegato il segretario generale della Cei, l’insegnante di religione è una figura più definita in termine di insegnamento, grazie alla stabilizzazione, dall’altra siamo in tempo di evoluzione in termini di sperimentazione dei curricula, in un momento cioè di verifica di tutto il sistema scolastico. L’auspicio della Cei è che l’Irc si inserisca nella scuola come momento non estraneo ad essa, ma sempre più interagente con tutte le altre discipline. Altro obiettivo dei vescovi italiani, il rafforzamento dalla presenza da cattolici nella scuola pubblica, attraverso le diverse forme aggregative delle famiglie, degli alunni e degli insegnanti e la presenza negli organismi di partecipazione, per condividere con tutti la visione di un’antropologia, come quella cristiana, razionalmente fondata. Terzo impegno, la ricerca di uno spazio specifico per le scuole di ispirazione cristiana, che possono portare un contributo in una società sempre più, inevitabilmente, pluralistica, anche dal punto di vista educativo. Tutto ciò, ha puntualizzato Betori, non per frantumare la scuola pubblica, ma per una scuola cattolica offerta, da cattolici, a tutti.Sir