Italia

AUTOTRASPORTO: TIR RIPARTONO, ANCORA 48 ORE PER BENZINA

Dopo tre giorni di proteste si sblocca il braccio di ferro tra governo e autotrasportatori: le principali associazioni di categoria, al termine di un lungo incontro a palazzo Chigi, hanno sospeso il fermo che ha di fatto paralizzato l’Italia, rimasta quasi a secco di carburante e generi alimentari di prima necessità. Lungo le strade e le autostrade i tir in serata hanno cominciato a togliere i blocchi iniziati domenica notte, anche se non tutti smobilitano. I disagi per i cittadini, comunque, continueranno: per tornare alla normalità e ad un servizio efficiente ci vorranno non meno di 48 ore per quanto riguarda benzina e gasolio e una settimana, secondo la Coldiretti, per la distribuzione dei generi alimentari. “Tra stanotte e domani mattina arriveranno i primi carichi e la situazione tornerà a regime in un massimo di 48 ore”, ha assicurato il presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita. E ci vorranno ancora diverse ore prima che la circolazione torni scorrevole ai valichi di frontiera, dove erano fermi migliaia di tir in attesa di entrare in Italia. “Contiamo che nelle prossime ore possa tornare nel paese la completa normalità e che i disagi possano essere limitati”, ha confermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta sottolineando la “fermezza” del governo nella trattativa con i sindacati degli autotrasportatori. Il fermo dei tir si sposta ora sul piano giudiziario: la procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul blocco – esclusivamente per quanto riguarda la zona di Roma Sud (il resto delle zone attorno alla capitale è di competenza delle procure di Rieti e Tivoli) – ipotizzando il reato di interruzione di pubblico servizio. Sul tavolo dei procuratori aggiunti Gianfranco Amendola e Nello Rossi e del pm Rodolfo Sabelli è arrivata un’informativa della polizia contenente i numeri di targa dei camion che hanno attuato i blocchi. Nei prossimi giorni i proprietari dei mezzi saranno identificati.

L’indagine romana è stata aperta proprio perché, oltre ad impedire il passaggio delle auto, il fermo ha paralizzato la circolazione di benzina e generi alimentari. Ma anche altre procure saranno chiamate ad indagare: le associazioni dei consumatori hanno annunciato che presenteranno esposti-denuncia in dieci procure (oltre che a Roma, a Milano, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Lecce, Napoli, Palermo e Torino) sia contro le associazioni di categoria, sia nei confronti di singoli autisti, chiedendo di accertare le “responsabilità per fatti che configurano reati gravissimi”.

Risolta, almeno per il momento, la grana politica, restano i disagi per i cittadini, i ritardi nella fornitura di farmaci agli ospedali, i problemi per le fabbriche, con gli stabilimenti Fiat che riprenderanno l’attività domani dopo che per il secondo giorno consecutivo sono stati messi in libertà 25mila addetti, e la Piaggio che ha fermato la catena di montaggio della Vespa a Pontedera. I problemi più seri sono comunque quelli legali alla mancanza di benzina e gasolio: se sulle autostrade non c’é stata la serrata totale dei distributori perché le riserve erano maggiori (secondo Autostrade è disponibile gasolio nel 70% delle aree di servizio della rete e benzina nel 90%), nelle città la maggior parte dei benzinai è rimasta a secco e i pochi aperti hanno finito ben presto le scorte, presi d’assalto da lunghe code di automobilisti inferociti. Proprio per alleggerire i disagi nei prossimi giorni, le sigle dei gestori dei distributori stanno decidendo se tenere gli impianti aperti sia sabato che domenica. Difficoltà a causa della scarsità di gasolio sono state segnalate dall’Enac anche negli aeroporti, tanto che a Bari è saltato il volo della Ryanair diretto a Londra: l’aereo non è proprio arrivato in Puglia perché sarebbe stato impossibile rifornirlo.

Dal canto loro le prefetture hanno provveduto – e continueranno a farlo fino al ritorno alla normalità – a scortare i camion che trasportano beni necessari per il funzionamento dei servizi essenziali. Dunque farmaci e medicinali innanzitutto ma anche la benzina per far circolare i mezzi di soccorso e quelli delle forze dell’ordine. Si va dunque verso la fine dei disagi, ma quanto è costato il blocco dei tir alla collettivita? I conti arriveranno nei prossimi giorni, ma già qualcuno avanza delle cifre. Secondo Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle imprese della grande distribuzione organizzata, i danni sono superiori ai 2 miliardi di euro, 800 milioni solo considerando i prodotti alimentari non venduti o buttati per raggiunta data di scadenza, il resto per la merce bloccata nei depositi e rimasta invenduta. Su chi verranno scaricati questi costi non è difficile intuirlo. (ANSA).