Italia

IMMIGRAZIONE, NOZZA (CARITAS ITALIANA): LA REPRESSIONE NON È SOLUZIONE A SITUAZIONI DI PROLUNGATA TRASCURATEZZA

“Il provvedimento sulle espulsioni forse era l’unica soluzione possibile in tempi brevi, tuttavia inquieta il fatto che alcuni sindaci scoprano improvvisamente il lato oscuro dell’immigrazione e pensino che la repressione sia la soluzione a situazioni generali di degrado che datano da anni e che sono indice di ampia e prolungata trascuratezza”: lo afferma mons. Vittorio Nozza, in una riflessione su immigrazione e sicurezza diffusa tra le Caritas diocesane, dopo il tragico delitto di Roma, le polemiche e provvedimenti che ne sono seguiti. Per la Caritas, in una situazione in cui “l’immigrato è ancora oggi una presenza che incute paura, alimentata anche da frange criminali che purtroppo inducono a generalizzare”, esprime “riserve” soprattutto sui “sindaci-sceriffi”, che spesso “difettano di coordinamento con le forze sociali e il volontariato dentro il loro territorio”. “La sensazione – osserva mons. Nozza – è che, mentre si continua a morire lungo le nostre coste e nelle nostre città, ci si limiti a rincorrere sempre l’ultima carretta di disperati o a cavalcare in modo troppo spesso emotivo l’ultimo efferato delitto che semina paura e insicurezza, senza riuscire a governare il fenomeno con politiche coordinate”. Per “tagliare le radici di queste paure”, suggerisce, occorrono “azioni e percorsi educativi, culturali, formativi e promozionali”. “Il mondo cattolico – sottolinea il direttore della Caritas – non ha mai parlato di accoglienza buonista, ha invece cercato, anche a livello locale, la collaborazione con gli enti pubblici e le forze dell’ordine”. Purtroppo, precisa, “l’azione dei cattolici e dei soggetti sociali rispetto a tematiche di cui nessuno si faceva carico, ha rappresentato per anni un alibi per una politica distante”. Un alibi diventato oggi quasi “un capo di imputazione, rovesciando sconsideratamente i termini della questione”. Soprattutto la presenza dei nomadi, fa notare mons. Nozza, “non è stata mai affrontata in modo adeguato. Al riguardo è mancata un’efficace azione di coordinamento delle politiche a livello nazionale e locale e spesso gli enti locali su questo sono stati lasciati soli, con la conseguenza che hanno affrontato la questione in modo approssimativo”. Perché, si chiede ancora, “non viene messa la stessa convinzione ed ostinazione nell’organizzazione dei servizi, nell’accoglienza, nell’accompagnamento delle persone, in azioni di integrazione che servono a prevenire la violenza?” “Non bisogna abbassare la guardia sulla criminalità – sostiene -, ma non va semplicisticamente identificata la lotta alla malavita con la soluzione dei problemi che anche l’immigrazione porta con sé, con il rischio che qualcuno interpreti in modo del tutto personale e criminale la repressione”.Sir