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150 Toscani a Betlemme nella Giornata per la pace

Il legame tra le diocesi toscane e la Terra Santa vivrà un momento particolare tra la fine dell'anno e l'inizio del 2003 con un pellegrinaggio di 140 persone dal 30 dicembre al 3 gennaio. A promuoverlo è stato anche il nostro settimanale insieme a vescovi toscani, alla Custodia francescana di Terra Santa e ai Comuni di Pratovecchio e Montevarchi gemellati con Betlemme. La speranza è quella di poter alloggiare a Betlemme e di celebrerà la Giornata mondiale della pace a Gerusalemme per chiedere un gesto di pacificazione alle parti in conflitto e compiere un atto di solidarietà in particolare nei confronti della comunità cristiana locale segnata da oltre due anni di stenti e di sofferenze. DI ANDREA FAGIOLI

DI ANDREA FAGIOLIIl legame tra le diocesi toscane e la Terra Santa vivrà un momento particolare tra la fine dell’anno e l’inizio del 2003 con un pellegrinaggio di 140 persone dal 30 dicembre al 3 gennaio. A promuoverlo è stato anche il nostro settimanale insieme a vescovi toscani, alla Custodia francescana di Terra Santa e ai Comuni di Pratovecchio e Montevarchi gemellati con Betlemme. La speranza è quella di poter alloggiare a Betlemme e di celebrerà la Giornata mondiale della pace a Gerusalemme per chiedere un gesto di pacificazione alle parti in conflitto e compiere un atto di solidarietà in particolare nei confronti della comunità cristiana locale segnata da oltre due anni di stenti e di sofferenze. Dopo di che è prevista una tappa a Nazareth e la visita di Cafarnao e degli altri luoghi intorno al Lago di Tiberiade. A guidare il pellegrinaggio sarà il cardinale Silvano Piovanelli.

Sulla situazione in Terra Santa, monsignor Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, nel presentare il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, sul tema «Pacem in terris: un impegno permanente», ha sottolineato come Giovanni Paolo II indichi la necessità di una soluzione, oltre che politica, prima di tutto e soprattutto morale: «La lotta fratricida, che ogni giorno scuote la Terra Santa contrapponendo tra loro le forze che tessono l’immediato futuro del Medio Oriente, pone l’urgente esigenza di uomini e di donne convinti della necessità e dei diritti della persona. Una simile politica è per tutti incomparabilmente più vantaggiosa che la continuazione delle situazioni di conflitto in atto». «Purtroppo, noi cristiani che stiamo preparandoci alla celebrazione della nascita del Principe della Pace, Che venne a donare all’umanità intera una pace fondata sulla verità, la giustizia, l’amore e la libertà, così come la descrisse il beato Giovanni XXIII, vediamo con dolore – dice monsignor Martino – che la Città di Betlemme, scelta dal Principe della Pace come luogo prediletto della sua nascita in questo mondo, è ancora minacciata dalla violenza e dal terrore. Ci auguriamo quindi che il messaggio-appello di pace che Giovanni Paolo II lancia agli uomini di buona volontà possa toccare i cuori di tutti coloro che sono chiamati a diventare operatori ed artefici della pace al fine di promuovere e consolidare una cultura della pace in questo nuovo millennio, basata sul rispetto della vita, sui diritti umani e sulle libertà fondamentali, e sulla cessazione di ogni tipo di violenza e terrore, e su un rinnovato impegno in favore di una soluzione pacifica dei conflitti nel mondo».

Un legame profondo con la ToscanaÈ un rapporto antico. Là si ritrovano le nostre radici. In quella terra sono accaduti i fatti fondamentali della fede cristiana. «Ma la situazione degli ultimi anni – spiega il vescovo francescano Rodolfo Cetoloni – ha coinvolto le Chiese toscane in un impegno più diretto, anche dal punto di vista della cooperazione. Non è facile farne una mappa, dato che molte sono piccole iniziative legate a gruppi, parrocchie, istituti religiosi, fatte nello stile evangelico del non sappia la tua destra, quello che fa la tua sinistra».L’opera dei frati minori per molti secoli è stata il motore di tutte le iniziative.

«I Commissariati di Terra Santa, che hanno avuto la loro sede in varie città della Toscana, si sono fatti carico – dice ancora il vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza – di un servizio di conoscenza di quei luoghi e di raccolta di aiuti per la vita dei santuari, dei cristiani e dei poveri che vi ruotano intorno. Questa rete di Commissariati, estesa attraverso l’Ordine francescano a tutto il mondo, ha permesso alla Custodia di Terra Santa di realizzare tutte le opere religiose, civili e culturali che ancora sono in atto: santuari, scuole (attualmente circa 10 mila alunni), attività di lavoro, orfanotrofi… Quest’opera continua attraverso Giornate per la Terra Santa, raccolte, organizzazione di pellegrinaggi. Anche le diocesi sono impegnate nelle raccolte. Ma da un po’ di tempo a questa parte, come detto, gli interventi si sono intensificati a livello di strutture e di aiuto alle popolazioni. Tra i progetti il St. Francis Millennium Center, che ha avuto come promotrice la diocesi di Fiesole, poi quella di Montepulciano-Chiusi-Pienza e un forte contributo della Cei e di privati. Oppure il Centro di documentazione storica, sostenuto direttamente dai Comuni di Pratovecchio e Montevarchi, dalle Province di Arezzo e di Siena e dalla Regione, ma affiancato sempre dalla collaborazione delle diocesi. La diocesi di Firenze, per fare un altro esempio, sostiene la costruzione di alcuni appartamenti in un terreno della Custodia di Terra Santa per venire incontro alle necessità delle giovani famiglie che ltrimenti sarebbero costrette a lasciare la loro città. Altre iniziative riguardano le adozioni scolastiche a distanza per sostenere gli oltre duemila alunni, cristiani e musulmani, della Terra Sancta School di Betlemme diretta da padre Ibrahim Faltas, oppure borse di studio per gli studenti universitari. Di recente sono state coinvolte anche altre realtà come la Coop Italia, l’Unicoop, la Cisl, la Confcommercio…, che hanno attivato l’importazione e la vendita di prodotti dell’artigianato locale di Betlemme».

Da parte toscana non si deve dimenticare, a giudizio di monsignor Cetoloni, nemmeno «il contributo culturale molto forte dato da due frati minori toscani: padre Donato Baldi, tra gli iniziatori dello Studium Biblicum Franciscanum, e padre Bellarmino Bagatti, archeologo notissimo a cui è stata dedicata in questi giorni una biografia a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato».

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