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AZIONE CATTOLICA, MANIFESTO AL PAESE: MERITIAMO UN FUTURO ALL’ALTEZZA DEL NOSTRO PATRIMONIO

“Il Paese merita un futuro all’altezza del proprio patrimonio di fede cristiana, di cultura umanistica e scientifica, di passione civile e di solidarietà sociale. Ha diritto alla speranza”: è uno dei passi fondamentali del Manifesto che l’Azione cattolica italiana rivolge oggi al Paese, in apertura dell’anno assembleare del 140° dell’associazione. In una conferenza stampa che si è svolta a Roma il presidente dell’Ac Luigi Alici ha ricordato che “l’impegno del cristiano è un impegno di incontro, anche nel tessuto civile, nel servizio del bene comune dell’uomo”. Nel Manifesto intitolato “I cattolici italiani tra piazze e campanili” – sottoscritto già da oltre 123 personalità e si stanno raccogliendo adesioni sul sito www.azionecattolica.it – l’associazione dichiara di voler “compiere un passo avanti verso questo Paese, con il Vangelo e con la vita: incontro alla gente, nel segno di un ethos condiviso, secondo uno spirito di autentica laicità, ricercando un’armonia sempre possibile tra piazze e campanili”. In questi 140 anni di storia – che hanno avuto origine da due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, fondatori della Società della Gioventù cattolica italiana -, “non ci siamo mai tirati indietro”.

“Nelle parrocchie e nelle città, nelle aule di scuola e nelle università, sui luoghi di lavoro, nella società civile e nelle istituzioni democratiche, il popolo dell’Azione cattolica – si legge nel Manifesto – ha sempre cercato di offrire il suo servizio disinteressato per l’annuncio del Vangelo e la crescita del Paese”. L’Ac si rende conto che in questi anni “il volto della nostra società è profondamente cambiato”: “Ci sentiamo sospesi tra un mondo che muore ed uno che nasce, ma continuiamo a credere che il tempo del Vangelo è adesso e vogliamo stare ancora dentro questo tempo”. A 40 dall’inizio del rinnovamento dell’Ac viene riconfermata la “scelta religiosa” e rinnovato il servizio alla Chiesa “soprattutto nella sua dimensione diocesana, in una parrocchia sempre più missionaria, radicata nella sua terra, partecipe delle gioie e delle speranze, delle attese e dei problemi della gente. Vogliamo mettere la nostra storia al servizio di quest’incontro tra fede e intelligenza, tra l’altezza dell’infinito e l’ordinarietà del quotidiano”. “Con questo stile – afferma l’Ac nel Manifesto – siamo al servizio dell’uomo: per onorare la dignità personale con i suoi valori irrinunciabili, a cominciare dalla vita e dalla pace, dalla famiglia e dall’educazione; per camminare accanto a tutti e a ciascuno e tessere insieme una trama viva di relazioni fraterne”.

“Perché i “valori non negoziabili – ha confermato il presidente Alici – non sono tabù. Ma attraverso l’esercizio della ragione possono essere accreditati. Attorno a questi si può riaprire un dibattito pubblico che sicuramente farà bene al paese”. L’Ac nel Manifesto si impegna a continuare ad essere “una scuola di vocazioni laicali, a spenderci in favore del bene comune, attraverso l’educazione alla responsabilità personale, all’impegno pubblico, al senso delle istituzioni, alla partecipazione, alla democrazia”. Per questo Alici considera una “scelta provvidenziale la necessità di fare ponte tra il convegno ecclesiale di Verona, che ha rimesso al centro la testimonianza del Risorto e la Settimana sociale dei cattolici che ci chiama al valore laicamente declinabile del bene comune”: “I laici di Ac – ha esortato – devono fare ponte tra questi due grandi eventi ecclesiali e cercare di cucirli insieme. L’associazione si è esercitata molto in questo, e crediamo che anche il Paese oggi abbia bisogno più di ago e file che di forbici”. Da oggi al 30 settembre l’Ac si riunisce a Castel San Pietro Terme (Bo), città natale di Giovanni Acquaderni, per avviare l’anno associativo all’insegna dell’anniversario, che culminerà con la XIII assemblea nazionale in programma a Roma dal 1° al 4 maggio 2008.

Sir