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CEI, MONS. BETORI: LA CHIESA GIUDICA I PARTITI NON SULLE APPARTENENZE MA SUI FATTI

Alla domanda di cosa ne pensino i vescovi sui cattolici nel Partito Democratico, mons. Betori ha risposto: “I vescovi non hanno parlato del Partito democratico e credo non stia nelle loro competenze stabilire la natura del partito e chi può starci. I giudizi che la Chiesa dà in questi anni sono stati sempre non sulle appartenenze ma sui fatti, sulle scelte legislative, comportamentali, sugli orientamenti culturali. Su questo – ha osservato – penso che il Pd sarà giudicato dai vescovi come tutti gli altri partiti”. Un’altra domanda ha riguardato l’associazione “Noi siamo Chiesa” e l’incontro richiesto con mons. Bagnasco. Mons. Betori ha detto che “quest’incontro nelle intenzioni voleva essere un gesto di pura cortesia. In questo momento il presidente riceve un po’ tutti coloro che vogliono presentarsi a lui e scambiare una parola di confronto nel momento di inizio della sua presidenza. Devo dire, però, che le dichiarazioni che vengono rilasciate, almeno così come si stanno leggendo nelle agenzie, stanno caricando di significati impropri questo appuntamento, quasi che esso possa essere scambiato come un riconoscimento dell’associazione e su un riconoscimento impossibile della plausibilità delle loro richieste. Tutto ciò rischia di far saltare l’incontro”, ha concluso. Una sentenza “in netto contrasto” con la legge 40 e con una sentenza della Corte Costituzionale “sul medesimo argomento”, che stabiliva l’esatto contrario. È il giudizio sulla sentenza del Tribunale di Cagliari, che ha dichiarato legittima la diagnosi preimpiantatoria, non consentita invece dall’impianto legislativo attualmente in vigore. Ad esprimerlo è stato oggi mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, che rispondendo alle domande dei giornalisti, nel corso della conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente dei vescovi italiani (Roma, 17-19 settembre), ha dichiarato: “Mi sembra molto strano che un giudice possa giudicare a prescindere da una legge e da una sentenza della Corte Costituzionale, ed emettere poi un giudizio che sconfessa sia la legge, sia la sentenza”. Di qui la necessità di chiedersi “quale logica ci sia dietro”. Interrogato, inoltre, in merito ad una eventuale revisione della legge 40, Betori ha commentato: “L’abbiamo sempre difesa, sia pure con le sue imperfezioni. Non abbiamo nessuna intenzione di ritornarci sopra”.Sir