Italia

ACLI: INDAGINE NAZIONALE SUI COLLABORATORI DOMESTICI STRANIERI

“Un sistema che non può reggere così per sempre perché estremamente logorante, sia per le famiglie che per le lavoratrici immigrate”. Con queste parole il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, ha presentato oggi, a Roma, la ricerca “Il Welfare fatto in casa”, un’indagine nazionale realizzata dall’istituto di ricerca delle Acli (Iref) sui collaboratori domestici stranieri che lavorano a sostegno delle famiglie italiane. Divisa in nove capitoli, la ricerca disegna il profilo delle colf basandosi su un campione statistico di 1.000 soggetti di 66 nazionalità diverse. Dai dati, emerge che l’età media è 40 anni e che la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori intervistati (31%) proviene dall’Europa dell’Est. Emerge, inoltre, che il 24% di loro è privo di documenti di soggiorno e che le colf più istruite provengono dall’area dell’ex Russia: il 54% sul totale delle colf laureate. La maggior parte delle lavoratrici è sposata con figli, ma le famiglie divise sono più del 60%. Infatti 2 colf su 3 hanno figli e 6 su 10 sono sposate. Solo il 38% dei collaboratori ha riunito la famiglia in Italia. Collegato a questo dato, quello che quantifica la percentuale di collaboratori familiari che inviano rimesse in denaro ai familiari in Patria: il 72%. “Le colf straniere di nuova generazione – ha spiegato Andrea Olivero – sono orientate più di ieri al rientro a casa in tempi brevi, senza che nessuno possa garantirne il ricambio nel medio e lungo periodo”. La ricerca condotta dall’istituto di ricerca delle Acli, evidenzia anche che “l’avvicendamento tra le nazionalità di provenienza” dei collaboratori domestici “incide sensibilmente sulla stabilità del sistema di welfare familiare e ne mette in dubbio la sostenibilità per il futuro”. Si tratta di lavoratori il cui stipendio medio mensile è di 880 euro a fronte di 42 ore lavorative settimanali, ma il 57% di loro lavora del tutto o in parte in nero. Chi vive nella casa in cui presta servizio (33%) lavora fino a 59 ore settimanali, e più della metà del totale (51%) è dedito all’assistenza di persone anziane, mentre solo il 17% si prende cura dei bambini. Tra le colf che vivono in famiglia, il 60% si sente membro del nucleo familiare.Sir