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ASSEMBLEA CEI; MONS. BETORI: DAL FAMILY DAY L’IMPORTANZA DEL RUOLO DEL LAICATO

I vescovi italiani hanno sottolineato “l’opportunità” del Family Day, e soprattutto “hanno apprezzato le modalità con cui si è svolto”, esprimendo la loro “gratitudine al laicato cattolico per il ruolo svolto nella promozione di un segno di sostegno alla famiglia nel contesto sociale e culturale odierno”. Lo ha detto mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, nel corso della prima conferenza stampa della 57ª assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 25 maggio. Dall’evento del 12 maggio, che è stato uno degli argomenti di discussione nella prima giornata dell’assise episcopale, “è emersa l’importanza del ruolo dei laici nella Chiesa – ha detto Betori ai giornalisti – e l’opportunità di forme di collegamento che siano espressione unitaria della pluralità di presenza del laicato cattolico, pur nella diversità delle organizzazioni e nel rispetto dei differenti carismi”. Interpellato in merito alla presenza della Chiesa all’imminente Conferenza nazionale sulla famiglia, il segretario della Cei ha risposto che “il presidente e il segretario della Cei non ci saranno, vista la concomitanza dell’Assemblea, mentre all’apertura sarà presente l’arcivescovo di Firenze, card. Ennio Antonelli, anche come atto di omaggio al presidente della Repubblica, presente anche lui all’apertura dei lavori”.

Quanto a un eventuale “giudizio” sulla Conferenza di Firenze, Betori ha risposto che “non è stato oggetto di apprezzamenti specifici, non se ne è parlato”. “Tutto quello che riguarda la promozione della famiglia – ha poi aggiunto – deve essere salutato in maniera positiva da parte nostra”. A Firenze, ha aggiunto il segretario generale della Cei, la Chiesa italiana sarà rappresentata dal Forum associazioni familiari: “Quando si tratta di temi di carattere più politico – come hanno scritto lo stesso presidente e segretario della Cei nella lettera di risposta all’invito del ministero della Famiglia – il mondo cattolico ha le sue forme di espressione, nel caso particolare il Forum delle associazioni familiari, che rappresenta il sentire del laicato cattolico sui problemi della famiglia”. E il “popolo non cattolico”?, è stato chiesto a Betori. “La posizione della Cei – ha risposto – non è diversa dall’atteggiamento del Papa di fronte a questi problemi. La visione della persona umana e della convivenza civile che si ispira al Vangelo fa forza su argomenti di ragione, che a nostro avviso possono far confluire la consapevolezza sia dei credenti che dei non credenti”. “Nessuna esclusione”, dunque, “ma offerta di condivisione di una visione umana e sociale”.

Alle domande dei giornalisti sull’eventualità che il Family Day “modifichi il rapporto tra la Cei e la politica”, tramite un “metodo” che “deleghi a una struttura di coordinamento delle associazioni laicali” alcuni interventi sulle questioni politiche, Betori ha risposto che “il tema del rapporto tra la Cei e il laicato organizzato non è entrato nell’ordine del giorno” dell’assemblea. “Semmai ciò che si è verificato con il Family Dai ha un precedente significativo in quanto avvenuto in occasione del referendum sulla fecondazione assistita, quando la Cei aveva richiamato alcuni valori di fondo, come poi ha fatto con la Nota sulla famiglia e le unioni di fatto”. “La Cei – ha spiegato mons. Betori – dialoga con queste associazioni, riconosce in esse un punto di riferimento e di confronto con il laicato particolarmente significativo. Questo non significa, però, che i pastori non ascoltino tutti gli altri fedeli”. Prova di ciò, secondo Betori, “è che la loro opinione circola liberamente sui media”. I vescovi, da parte loro, “rivendicano da un lato il loro diritto-dovere di esprimere il giudizio storico sui problemi della realtà presente, dall’altro il diritto del laicato organizzato di dire in forma significativa la propria opinione, anche sugli effetti che alcuni progetti legislativi possono avere sulla vita della gente”.