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MORTE POLIZIOTTO, SCRITTE LIVORNO; LA DIOCESI: VERGOGNA, QUESTA NON E’ LA CITTA’ IN CUI CI RICONOSCIAMO

“Grido la mia indignazione per una forma che getta discredito su una popolazione che certamente non si riconosce in simili gesti e desidera sempre più gesti di pace, attenzione e condivisione”. Lo afferma l’amministratore diocesano livornese monsignor Paolo Razzauti in riferimento alle scritte comparse in città contro il poliziotto ucciso durante i gravi disordini avvenuti ieri a Catania. Razzauti si augura che “tutta la città, ferita e disgustata da questo gesto, alzi la sua voce di condanna senza se o ma: questa non è la Livorno che conosciamo, questa non è la Livorno in cui ci riconosciamo”. Infine, l’amministratore della Diocesi livornese auspica “che non si riprendano i campionati fino a che tutti, a iniziare dalle società, si prendano le loro responsabilità e lascino da parte certi personaggi”. (ANSA).

Ecco il testo integrale del comunicato di mons. Paolo Razzauti:

“VERGOGNA, SENZA SE E SENZA MA!Gli incresciosi fatti di Catania mi spingono :– A porgere la mia solidarietà e quella di tutta la Chiesa livornese alle forze di polizia, a tutte le forze dell’ordine e alla famiglia del poliziotto ucciso, ma anche a tutte quelle famiglie che hanno dovuto piangere dopo fatti simili– A sostenere e riaffermare l’illimitato valore della vita umana ed a difenderla da ogni pericolo di soppressione.– A sentirmi ancora più impegnato nell’educazione dei giovani ai valori della legalità e del massimo rispetto degli altri e delle loro idee ed a sostenere che etica e sport possono e debbono convivere.– A condannare ogni forma di violenza gratuita e soprattutto la non razionale reazione di tante persone che invece di vivere un momento sportivo, creano violenza e danni. Così si uccide lo sport!– A condannare tutti coloro che appoggiano esplicitamente o implicitamente gli autori di questi fatti– Ad invitare le persone sane ad isolare questi fanatici che fanno della violenza una espressione delle loro frustrazioni, fragilità e delusioni e compiono atti più animaleschi che umani. Nello stesso tempo, dinanzi alle scritte apparse sui muri della nostra città:– Esprimo il mio più alto sdegno e grido la mia indignazione per una forma che getta discredito su una popolazione che certamente non si riconosce in simili gesti e desidera sempre più gesti di pace, attenzione e condivisione.– Auspico che non si riprendano i campionati fino a che tutti, ad iniziare dalle società, si prendano le loro responsabilità e lascino da parte certi personaggi– Mi auguro che tutta la nostra città, ferita e disgustata da questo gesto, alzi la sua voce di condanna senza se o ma: QUESTA NON E’ LIVORNO, questa non è la Livorno che conosciamo, questa non è la Livorno in cui ci riconosciamo.– Mi rendo disponibile, insieme a tutta la Diocesi, a collaborare a qualsiasi iniziativa si intenda intraprendere per correggere questi erranti e per fare emergere il buono che, seppur nascosto, dimora in loro.– Mi auguro che non ci si fermi al momento, ma si apra un tavolo di discussione e proposte per fare emergere il positivo di tutta la nostra gente.Mons. Paolo RazzautiAmministratore Diocesano di Livorno