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CEI, MONS. BETORI: NO A LEGGE SUI PACS; DA NAPOLITANO RICONOSCIMENTO RUOLO DEI CATTOLICI
Il Segretario della Cei ha anche precisato che nel corso del Consiglio permanente della Cei non si è parlato affatto di un eventuale referendum sui pacs, anche perché dobbiamo prima vedere il testo di legge. Quanto a una possibile azione di diga della Chiesa italiana nei confronti di una legge che non soddisfi le richieste dei vescovi in materia di unioni di fatto, Betori ha precisato che tale azione si può fare in tanti modi. Dovremo vedere ciò che verrà approvato, ha ribadito. Certo non potremo rimanere inerti, ha poi aggiunto.
In merito a presunti contatti con esponenti di governo, di partiti o istituzionali, Betori ha dichiarato: Contatti specifici non ci sono. C’è il normale dialogo con persone che la Chiesa intrattiene da sempre con persone che appartengono alla vita pubblica, ma non si tratta di una trattativa della Chiesa italiana né con i partiti, né con il governo. Tra i vescovi, invece, ha assicurato Betori, le sfumature non mancano, ma ciò non significa che non siano uniti. C’è una sostanza di fondo che ci unisce.
Incalzato da alcuni giornalisti sul riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, Betori ha precisato che già il termine coppia appartiene al concetto di famiglia fondata sul rapporto monogamico tra un uomo e una donna. Pertanto l’unione tra due persone dello stesso sesso non ha e non può avere un rilievo pubblicistico, se non per quegli aspetti del diritto comune che sono comunque già presenti nella nostra legislazione. Alla domanda su come la Chiesa potrebbe valutare una eventuale legge sulle unioni civili, ha risposto che essa sarebbe superflua perché andrebbe a configurare un fac-simile del matrimonio, con diritti uguali o quasi uguali ma senza gli stessi doveri. Anzi ha poi aggiunto citando il caso olandese questo nuovo soggetto giuridico vedrebbe molto probabilmente, per il principio della non-discriminazione attuato ad esempio in Olanda, il successivo riconoscimento di altri diritti tipici della famiglia, fino al punto di provocare di fatto lo scardinamento a livello sociale e culturale del concetto di famiglia. Inoltre ha aggiunto – in quel caso si avrebbe, sempre sul piano socio-culturale, la perdita di ogni rilevanza circa la mascolinità o femminilità della persona umana. Sarebbe un grave danno alla formazione delle giovani generazioni. (Fonte: Sir)