Italia
IMMIGRATI E LAVORO NERO; MONS. TARCHI: CONTRO GLI IDEALI DI SOLIDARIETÀ E GIUSTIZIA SOCIALE
Immigrazione e lavoro sono due indicatori dei profondi cambiamenti della società in Italia, che, dovendo fare i conti con i più bassi tassi di natalità d’Europa, richiede una crescente presenza di lavoratori stranieri. Così don Paolo Tarchi direttore dell’Ufficio nazionale della Pastorale del lavoro della Cei, introducendo i lavori del seminario su Immigrati e lavoro nero promosso dallo stesso Ufficio, dalla Fondazione Migrantes e dalla Caritas Italiana, in corso a Roma. Don Tarchi ha ricordato alcuni dati riportati dal Dossier Immigrazione Caritas/ Migrantes secondo i quali gli immigrati regolari nel 2005 hanno superato di poco i tre milioni. A questi si aggiungono gli irregolari che vivono nel sommerso (fra i 500mila e gli 800mila). La ragione principale che induce i datori di lavoro, i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi ha aggiunto il sacerdote – a partecipare all’economia sommersa è di natura economica. Lavorare nell’economia informale offre l’opportunità di accrescere i propri guadagni e di evadere imposta sul reddito e i contributi sociali. Per gli imprenditori l’incentivo è dato dalla riduzione dei costi. La realtà del sommerso, secondo don Tarchi, riduce il livello di protezione sociale delle persone. Esso va inoltre contro gli ideali europei di solidarietà e di giustizia sociale.