Italia
ADOZIONE EUROPEA: LE PROPOSTE DEL COORDINAMENTO «OLTRE L’ADOZIONE»
Occorre un cambio di rotta e attuare nuove strategie di approccio al Paese straniero. La Commissione per le adozioni internazionali (Cai) deve esercitare un controllo maggiore non solo riguardo al numero di mandati che può essere preso in carico da ciascun ente, ma anche al rispetto dei criteri stabiliti con le tabelle dei costi per l’Italia e l’estero. Lo ha detto Cinzia Bernicchi, portavoce del coordinamento Oltre l’adozione’ (di cui fanno parte dieci associazioni tra cui Amici dei bambini), in occasione dell’Assemblea generale degli enti autorizzati cui hanno partecipato i vertici della Cai, che si è svolta ieri a Roma. In un momento di difficoltà delle adozioni internazionali, gli enti del coordinamento Oltre l’adozione hanno presentato un documento che riporta alcune proposte concrete per dare una svolta politica e strategica a questo importante strumento di protezione del minore: gli enti regionali e l’adozione europea. Tra le proposte di Oltre l’adozione quella di rendere regionale l’operatività degli enti autorizzati: ad oggi, infatti, un ente con sede in una sola regione può seguire coppie che risiedono in tutta Italia, con evidenti difficoltà nel corso dell’accompagnamento prima e dopo l’adozione, a scapito della migliore accoglienza per ogni bambino abbandonato.
Per garantire alle coppie un accompagnamento di qualità ha detto Bernicchi occorre far sì che gli enti autorizzati diventino realtà attive nelle singole regioni italiane: le famiglie devono rivolgersi a un ente che operi sul territorio, in convenzione con la Regione corrispondente, così da essere seguite e tutelate maggiormente soprattutto quando il minore entra in famiglia.
Tra le questioni analizzate in Assemblea, quelle dell’adozione europea e dell’istituto della kafala, il sistema di protezione vigente nei paesi islamici che non è considerata adozione legittimante. Con l’ingresso di Romania e Bulgaria in Unione Europea ha osservato Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini (Aibi) – si aprono grandi possibilità per l’istituto dell’adozione europea. Anche in Europa assistiamo a un paradosso: da un lato sono migliaia i bambini fuori dalla famiglia, migliaia i minori stranieri non accompagnati che hanno lasciato il loro paese e vivono soli e migliaia i bambini in istituto adottabili che però ogni anno non sono accolti in famiglia; dall’altro sono sempre di più le famiglie disponibili. Analogo paradosso vale per la kafala ha continuato Griffini -; in Italia la comunità marocchina è tra le più numerose e l’assenza di volontà politica impedisce a migliaia di bambini marocchini di essere accolti da famiglie di connazionali che vivono nel nostro paese.